Hotel Rigopiano, il Comune di Loreto apre un conto corrente per i parenti delle vittime

Il Comune di Loreto Aprutino ha istituito un conto corrente in favore degli orfani della tragedia di Rigopiano. Sono trascorsi due mesi dal giorno in cui una valanga travolse l’hotel nell’omonima localita’ di Farindola: undici i superstiti, 29 le vittime tra le quali quattro cittadini di Loreto, Nadia Acconciamessa e il marito Sebastiano Di Carlo, Piero Di Pietro e la moglie Barbara Nobilio. La Giunta comunale di Loreto ha aperto un conto corrente presso la locale filiale della Banca Popolare di Bari su cui far confluire donazioni in favore dei cinque figli delle due coppie. I fondi saranno minutamente rendicontati secondo i principi della massima trasparenza amministrativa ed erogati in misura uguale fra tutti i cinque ragazzi. “Ascoltando le istanze dei nostri concittadini -spiega il sindaco Gabriele Starinieri- abbiamo voluto aprire questo conto, un piccolo segno di vicinanza. Ringrazio sin d’ora coloro che vorranno aderire”.

Parla uno dei superstiti

Giampaolo Matrone, uno dei superstiti della tragedia del 18 gennaio, sotto a quella valanga due mesi fa ha perso la moglie, Valentina Cicioni, una delle 29 vittime. Ora chiede giustizia, anche e soprattutto per la figlia di 5 anni rimasta senza mamma. Ieri sera, in collegamento dall’ospedale Gemelli di Roma, dove e’ ancora ricoverato dopo aver subito cinque interventi chirurgici per salvare un braccio e una gamba, Matrone ha ricordato il dramma intervenendo alla trasmissione di Retequattro “Quarto Grado”. In studio era ospite Romolo Reboa, l’avvocato che difende lui e altre cinque famiglie coinvolte nella vicenda. “Appena successo non sapevo fosse una slavina – ha raccontato Matrone – Ho provato a chiamare Valentina, ma credevo fosse lontana da me perche’ ho fatto un volo di 15/20 metri. Ho provato a chiamare, ma non rispondeva nessuno”. “Ho sentito che erano arrivati i soccorritori quando gia’ erano andati a salvare gli altri ragazzi. Ho cominciato a sentire qualche voce: ho detto il mio nome, poi sono arrivati molto dopo. Volevo ringraziare il mio angelo custode, Rubino del Soccorso Alpino. E un altro ragazzo, Davide, che purtroppo non c’e’ piu’: e’ quello che ha avuto l’incidente con l’elicottero qualche giorno dopo”. “Vorrei conoscere di persona chi ha preso sotto gamba la situazione, quelli che hanno lasciato correre – ha detto Matrone in tv quando sono state mandate in onda le telefonate di allarme – Vorrei far vivere loro qualche istante che abbiamo vissuto noi, gia’ da quella mattina con il terremoto. Siamo andati per un giorno di riposo dopo un anno di lavoro. Ecco come mi ritrovo. Ora voglio giustizia. Parlo della mia situazione e anche di quella di tutti gli altri parenti che hanno perso qualcuno. Pero’ penso alla mia situazione, a quella di Valentina e a quella della nostra piccola che ho da crescere”

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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