Mori’ in un cantiere a Mosciano, il figlio patteggia

Andrea Suriani, 66 anni, imprenditore edile teramano, mori’ cadendo da una porta finestra nel cantiere di una palazzina in ristrutturazione a Mosciano Sant’Angelo lo scorso 7 febbraio. Una morte per la quale questa mattina il figlio Jacopo, assistito dall’avvocato Gennaro Cozzolino, in qualita’ di titolare della ditta che stava svolgendo i lavori e di capo cantiere ha patteggiato 1 anno e 4 mesi, pena sospesa, per omicidio colposo, con la disponibilita’ a svolgere due mesi di servizio socialmente utile presso la Croce Rossa di Teramo. Per la stessa vicenda e’ stato inoltre rinviato a giudizio il committente dei lavori, con il processo a suo carico che si aprira’ nel mese di aprile. La vittima, che quel giorno stava lavorando nel cantiere di una palazzina a Mosciano, in via Papa Giovanni XXIII, mori’ cadendo da una porta finestra. Una morte per la quale la Procura contestava al figlio, in virtu’ del suo ruolo, come si legge nel capo di imputazione, di “non aver adottato misure idonee al caso specifico ad impedire la caduta di persone”. Al committente dei lavori viene invece contestato la “mancata nomina di un tecnico professionista del settore edile a cui dare incarico di coordinamento in fase di progettazione ed esecuzione dell’opera e che potesse dettare soluzioni tecniche e misure da rispettare mediante la redazione di un piano di sicurezza”. 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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