Rapporto Ispra, in 34 citta’ superato limite Pm10

Il livello di inquinamento nelle citta’ italiane e’ preoccupante. Le polveri sottili (Pm10) sono ancora oltre la norma in molte citta’ italiane: al 10 dicembre 2017, il valore limite giornaliero e’ stato oltrepassato in 34 aree urbane, gran parte di queste localizzate nel bacino padano. Torino e’ la citta’ con il numero maggiore di superamenti giornalieri (103). Situazione ancora piu’ critica per l’ozono: nella stagione estiva, sempre 2017, ben 84 aree urbane vanno oltre l’obiettivo a lungo termine. Nel 2016 il limite annuale per l’NO2 (biossido di azoto) e’ stato superato in 21 aree urbane, mentre va meglio per il Pm2,5 (25 g/m): solo 7 citta’ superano il limite annuale. Questi i dati relativi all’aria, aggiornati al 10 dicembre 2017 e contenuti nella XIII edizione del Rapporto Ispra sulla qualita’ dell’ambiente urbano, presentato questa mattina a Roma. Il report, che porta la firma del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), raccoglie i dati relativi a 119 aree urbane attraverso dieci aree tematiche: fattori sociali ed economici, suolo e territorio, infrastrutture verdi, acque, qualita’ dell’aria, rifiuti, attivita’ industriali, trasporti e mobilita’, esposizione all’inquinamento elettromagnetico ed acustico, azioni e strumenti per la sostenibilita’ locale, descrive la qualita’ delle vita e dell’ambiente nelle citta’ italiane.

Nel rapporto sulla Qualita’ dell’Ambiente Urbano, presentato questa mattina a Roma si legge che nel 2016 si sono registrati piu’ incidenti, ma meno vittime sulle strade. Rispetto al 2015, nei 119 comuni, nonostante l’aumento degli incidenti (+0,5%) e dei feriti +(0,3%), il numero dei morti scende del 9,7%, a fronte di una diminuzione nazionale che supera il 4%. Il numero piu’ alto di incidenti ogni 1.000 autovetture circolanti si rileva a Genova (oltre 15 incidenti ogni 1.000 autovetture circolanti), seguita da Firenze (13,4) e Bergamo (13). Il comune con il valore piu’ basso e’ quello di Aosta con 1,4 incidenti ogni 1.000 autovetture circolanti. In linea generale e nel lungo periodo (2007-2016), calano gli incidenti stradali nei 119 comuni passando da 112.648 a 81.967 (-27,2%). Su 119 comuni analizzati dal rapporto, 85 risultano caratterizzati da frane, mentre 34 ricadono prevalentemente in aree di pianura. Complessivamente sono state censite 23.729 frane con una densita’ media sul territorio dei 119 comuni di 1,12 frane per chilometro quadrato (sia frane attive che non). Alcuni comuni ne hanno piu’ di 9 per chilometro quadrato (Lecco, La Spezia, Lucca, Cosenza e Sondrio), mentre 14 presentano una densita’ compresa tra 3 e 9 frane (Pistoia, Torino, Vibo Valentia, Livorno, Ancona, Genova, Bologna, Bolzano, Fermo, Perugia, Catanzaro, Pesaro, Campobasso e Massa). Dal 1999 al 2016, nei comuni in esame sono in atto 384 interventi urgenti per la difesa del suolo gia’ finanziati, per un ammontare complessivo delle risorse stanziate di circa 1 miliardo e 476 milioni di euro. Le citta’ che hanno ricevuto i maggiori contributi statali per la messa in sicurezza e la riduzione del rischio idrogeologico sono in assoluto Genova (354,52 milioni), Milano (171,06 milioni) e Firenze (106,18 milioni), mentre, tra i comuni che hanno il maggior numero di interventi finanziati spiccano il comune di Lucca con 21 interventi, seguito da Vibo Valentia (15), Terni (13), Genova e Messina con 12 interventi e dalle citta’ di Milano, Firenze e Roma con 10. Le citta’ che con il maggior numero di interventi gia’ conclusi e’ Lucca con 21 interventi, seguita dai comuni di Terni (13) e Messina (12). Le piu’ alte percentuali di suolo consumato rispetto alla superficie territoriale si raggiungono, al 2016, a Torino 65,7%, Napoli 62,5%, Milano 57,3% e Pescara 51,1%. Tra il 2012 e il 2016 e’ la citta’ di Roma, con oltre 13 milioni di euro all’anno a sostenere i costi massimi piu’ alti in termini di perdita di servizi ecosistemici, seguita da Milano con oltre 4 milioni di euro all’anno

Il 90,4% delle acque di balneazione, si legge ancora nel rapporto Ispra, e’ classificato come eccellente e solo 1,8% come scarso. Su 82 province, 50 detengono solo acque eccellenti, buone o sufficienti e, in particolare, 26 hanno tutte acque eccellenti. In generale, comunque, il numero di acque eccellenti supera l’80% del totale provinciale in 65 casi. La presenza della microalga potenzialmente tossica, Ostreopsis ovata, durante la stagione 2016, e’ stata riscontrata almeno una volta in 32 province campione su 41, anche con episodi di fioriture, mentre il valore limite di abbondanza delle 10.000 cell/l e’ stato superato almeno una volta in 17 province. In un caso e’ stato emesso il divieto di balneazione (Ancona) come misura di gestione a tutela della salute del bagnante. Le percentuali di verde pubblico sulla superficie comunale restano piuttosto scarse, con valori inferiori al 5% in 96 dei 119 citta’ analizzate, compresi i 3 nuovi comuni inclusi per la prima volta nel campione di quest’anno, nei quali il verde pubblico non incide piu’ del 2% sul territorio. Solo in 11 aree urbane, prevalentemente del Nord, la percentuale di verde pubblico raggiunge valori superiori al 10%; i piu’ alti si riscontrano nei comuni dell’arco alpino, in particolare a Sondrio (33%) e a Trento (29,7%). La scarsa presenza di verde si riflette ovviamente sulla disponibilita’ pro capite, compresa fra i 10 e i 30 m2 /ab nella meta’ dei comuni (compresa Guidonia Montecelio). A Giugliano in Campania, invece, si registra il valore minimo (2,2 m2 /ab). In linea generale, le aree urbane “piu’ verdi” sono quelle con una significativa presenza di aree protette: Messina, Venezia, Cagliari e L’Aquila. Un dato interessante che emerge dal rapporto Ispra e’ che diminuiscono le aree agricole, altro importante tassello dell’infrastruttura verde comunale: il trend della superficie agricola utilizzata negli ultimi 30 anni e’ negativo in ben 100 dei 119 comuni indagati, con valori percentuali compresi tra il -1,4% di Viterbo e il -83,7% di Cagliari. Le installazioni AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) statali e regionali presenti nei 119 comuni, ammontano a 938 (comprese quelle non operative ma con autorizzazione vigente) e sono situate in particolare nelle citta’ di Forli’, Cesena, Ravenna, Modena, Prato, Brescia, Venezia, Verona e Torino. In particolare, sono 46 le installazioni AIA statali concentrate soprattutto a Venezia (7), Ravenna (7 di cui 6 operative), Brindisi (5), Taranto (4), Ferrara e Mantova (3). In particolare, la presenza maggiore di centrali termiche si rileva a Venezia (4), di impianti chimici a Ravenna (4 di cui 3 operativi). L’unica acciaieria integrata sul territorio nazionale e’ nel comune di Taranto. Le installazioni AIA regionali sono invece 892 e vedono la citta’ di Forli’ con il maggior numero di impianti (pari a 58 di cui 44 operativi) seguita da Ravenna (50 di cui 46 operativi), Prato (47) e Cesena (45 di cui 36 operativi).

 Sostanzialmente stabile, rispetto all’anno passato, il tasso di crescita delle imprese a livello provinciale, anche se, nel 2016, il saldo e’ positivo +0,7%. Il tasso di natalita’ delle imprese del 6% e’ il piu’ basso degli ultimi dieci anni e quello di mortalita’ del 5,3% conferma il rallentamento delle cessazioni registrato negli ultimi due anni (5,4% nel 2015 e 5,6% nel 2014). Sono gli imprenditori under 35, quelli stranieri e le imprenditrici donne che hanno contribuito al saldo positivo con una crescita rispettivamente del 10,2%, del 4,1% e dell’1%. Sul piano dell’inquinamento delle auto, si rileva che e’ ancora alto il numero delle auto euro 0: anche se in calo rispetto al 2015 di quasi 640 mila vetture, il numero delle auto da euro 0 ad euro 2 rimane ancora troppo alto, quasi 10 milioni, sugli oltre 37 totali. Nel 2016, e’ Napoli a presentare la quota piu’ alta (28,3%) di auto intestate a privati appartenenti alla classe euro 0, contro una media nazionale del 10,1%. Varia poco invece, la composizione del parco per tipo di alimentazione rispetto all’anno precedente: Trieste, Como e Varese a continuano a detenere la quota piu’ alta di auto alimentate a benzina, intorno al 70%, contro circa il 26-28% di autovetture a gasolio, mentre ad Isernia, Andria e Sanluri, circolano essenzialmente vetture a gasolio (dal 50 al 54% circa). Dal 2012 al 2016 il parco auto alimentato a Gpl a livello nazionale segna un +18,8%, con Parma e Lanusei che raggiungono le variazioni positive piu’ alte, superiori al 40%, contro Villacidro e Sanluri che riportano, invece, contrazioni rispettivamente del 16 e 15%. Alle Marche, in particolare a Macerata, Fermo e Ancona, soprattutto grazie alla presenza di numerosi distributori in una limitata estensione territoriale, spetta il primato delle auto a metano circolanti (dal 13 al 18% circa). Secondo l’Organizzazione mondiale della sanita’, un’insufficiente attivita’ fisica e’ associata in Europa a circa 1 milione di morti l’anno. Spostarsi regolarmente a piedi e in bicicletta per 150 minuti a settimana con attivita’ fisica di intensita’ moderata, riduce per gli adulti tutte le cause di mortalita’ di circa il 10%. Da questo presupposto e’ nato il focus del rapporto “Citta’ a piedi”, quest’anno dedicato, appunto, alla mobilita’ pedonale. Diversi i temi trattati tra cui il legame tra mobilita’ attiva e lavoro agile: i risultati dell’esperienza “Giornata del lavoro agile”, istituita dal Comune di Milano, mostrano nel 2016 un risparmio nei tempi di spostamento di 106 minuti a persona.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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