Vinitaly, presentato il ‘Rosautoctono’

Il rosato fa tendenza e l’Abruzzo scommette sul Cerasuolo. Al Vinitaly è stato presentato il “Rosautoctono”: una compagine che raccoglie i Consorzi di tutela delle denominazioni di origine più rappresentative del settore (Bardolino Chiaretto, Valtènesi Chiaretto, Cerasuolo d’Abruzzo, Castel del Monte Rosato e Bombino Nero, Salice Salentino Rosato e Cirò Rosato) con l’obiettivo di dare una spinta decisiva, non solo dal punto di vista promozionale, ma anche economico e culturale, ai più significativi territori vocati alla produzione di questa tipologia di vino. E il Cerasuolo d’Abruzzo sotto questa veste ha una profilo unico: le uve vengono vinificate in bianco oppure limitando la fermentazione in presenza delle bucce a poche ore; è ricavato prevalentemente dal vitigno Montepulciano. Il Cerasuolo d’Abruzzo – questa è la sua peculiarità – è caratterizzato dal colore “rosa ciliegia”. La produzione in Abruzzo, tra l’altro, è in crescita: è passato da 59.238 ettolitri del 2015 a 84.324 ettolitri del 2018, con oltre 6 milioni di bottiglie l’anno. In Italia sono prodotte complessivamente 25 milioni di bottiglie. “I primi segnali commerciali sono positivi – ha esordito il vice presidente dell’Istituto del vino rosa autoctono italiano, Luigi Cataldi Madonna -. Sono convinto che questo istituto potrà fare molto per valorizzare il nostro vino rosa, e in questo contesto, sono certo, il Cerasuolo d’Abruzzo rappresenta una grandissima interpretazione della produzione rosa. Ora bisogna valorizzare e far conoscere questo vino”. La provincia abruzzese, dove la produzione di vino rosa è più alta, secondo i dati del Consorzio, è l’Aquila

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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