Il Ricordo e la Memoria
6 Aprile 2009
Rinascere è esperienza assai poco poco comune, a noi aquilani e agli abitanti del cretere sismico è stata data questa straordinaria opportunità;
un’opportunità conquistata con determinazione e forza, sì per i vivi ma anche in memoria di coloro che quella notte feroce ha portato via.

6 aprile 2009
Sono appena rincasata, è tardissimo e tra tre ore devo prendere l’autostrada per un impegno di lavoro che mi porta a Roma.
Ho trascorso le ultime ore in veranda con la mia famiglia e i miei cani; la terra trema e sono preoccupata, lo siamo tutti.
Le telefonate con parenti, amiche e amici si susseguono: ” Dove siete? in macchina…In giro…In giardino…Sul pianerottolo… Nel capanno degli attrezzi, sai è di legno…Credo sia il caso di restare fuori casa… Ma gli esperti hanno affermato che non accadrà nulla… Io non mi fido… Resto fuori … Io vado a riposare, ma vestita e con le scarpe… Non chiudo il portone perchè se c’è una scossa poi non si apre… Un’altra…l’hai sentita?… L’abbiamo sentita… Cosa facciamo..? … ”
E’ tardi, è freddo, rincasiamo.
Ore 3 e 32
Il mondo sussulta, ruggisce, si contorce, strappa l’anima, scuote le vite e gli edifici.
Secondi interminabili nei quali speri che la tua casa regga, perchè in quell’inferno ti è subito chiarissimo che non tutti ce la faremo.
Trema, trema la casa, la terra, l’aria e il cuore corre, corre all’impazzata.
La luna, al tramonto, prima bianca diventa rossa. La terra, come fosse acqua, produce onde e le luci della valle sembrano lampare al largo in una notte d’estate.
Non posso scendere le scale, devo restare lucida e aspettare la fine del cataclisma. …Ma quando finisce…? Quando…? Intanto, aggrappando le mani e la vita ad una porta vetrina di metallo, controllo con movimenti cadenzati, il solaio, il pavimento, i muri e spero che non crollino. …Ecco, ci siamo,…va scemando… No… Ricomincia ancor più violento, più cattivo…
Resisto, prego e assisto impotente alla distruzione della mia città. Sembra impossibile, un incubo ad occhi aperti, ma so che è realtà; una realtà feroce e disperata.
Dopo infinite decine di secondi il ruggito si placa, allora corro a perdifiato lungo le scale e spero che la mia famiglia stia bene..Sì, ci sono tutti… Siamo vivi!
..E la terra ci scuote ancora e ancora e ancora…
Dopo
Da quella notte, la vita di tutti noi è cambiata, per sempre.
Abbiamo perso persone care, la bella quotidianità di una vita serena in una delle città più belle d’Italia.
Avevamo due possibilità: lottare o arrenderci.
Non c’è stato bisogno di pensarci su; siamo montanari, ostinati e orgogliosi, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo ricominciato tutto da capo.
Tra mille difficoltà, tra abbracci sinceri e sciacalli travestiti da agnelli. Quante persone dobbiamo ringraziare per l’amore e la cura che hanno avuto nei nostri confronti e verso la nostra città ferita, in ginocchio, piegata ma non non domata.
Oggi, il Ricordo e la Memoria
Otto anni di battaglie per non morire e le gru che si moltiplicano e i cantieri… e l’odore del cemento che scaccia prepotente il fetore della distruzione.
Decine di migliaia di persone tornate a casa, la vita che prepotente, lotta, s’impone e vince.
C’è ancora da fare ma tantissimo è stato fatto.
Sono fiera della mia gente, orgogliosa di un popolo di montagna che non si arrende, mai.
Sono aquilana, sono abruzzese.
(di Gilda Panella)
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