Il vocabolario Zingarelli compie 100 anni

Lo Zingarelli, il vocabolario della lingua italiana più diffuso, compie 100 anni. Uscito a fascicoli nel 1917 per conto degli editori Bietti e Reggiani, nel 1922 venne pubblicata la seconda edizione in volume unico. Nel 1941 il dizionario ideato dal linguista Nicola Zingarelli fu acquistato dalla casa editrice Zanichelli, che continua a pubblicarlo. Per celebrare l’evento, Zanichelli ha previsto diverse iniziative. Lo Zingarelli andrà nei luoghi in cui la lingua si impara: le scuole. Quindici appuntamenti in altrettanti istituti scolastici di 13 città d’Italia. Per spiegare come e quando entrano le parole nel vocabolario. Ma anche raccontare la lingua italiana tra passato, presente e il suo futuro. Ecco le tappe: Cerignola – città nativa di Nicola Zingarelli – Bari, Cagliari, Roma, Napoli, Torino, Milano, Padova, Trieste, Firenze, Palermo, Catania per chiudere a Bologna, sede dell’editore Zanichelli. Parteciperanno: il curatore del vocabolario Mario Cannella; il linguista e scrittore Massimo Arcangeli; la sociolinguista dell’Accademia della Crusca Vera Gheno Un’altra delle idee celebrative è “100 parole del secolo”. Sulla pagina Facebook di Zanichelli, l’hashtag #Zingarelli100: anno per anno la storia di questo secolo attraverso le parole più significative tratte dal vocabolario, postate ogni giorno. Si comincia con “rivoluzione” del 1917. 

Il presente della lingua italiana è contenuto nello Zingarelli 2018. Da “”brexit” a “flaggare”, da “dronista” a “sviluppismo” fino a “post-verità” sono tra le nuove voci dell’ultima edizione del vocabolario che contiene 145mila voci e oltre 380mila significati. “Nuove parole dell’Italia di oggi, perché una lingua è anche quella che incontriamo tutti i giorni per la via – spiega il linguista Massimo Arcangeli – È compito ineludibile di un dizionario saper cogliere democraticamente, con le innovazioni lessicali al loro sorgere e al loro primo significativo diffondersi, l’evoluzione della società da cui sono scaturite, per mettersi al suo servizio e rispondere alle necessità dei suoi cittadini. Nessun altro dizionario può competere, su questo piano, con lo Zingarelli”. Come un notaio lo Zingarelli nel corso degli anni ha riportato le trasformazioni del linguaggio, i neologismi e i nuovi significati, di parole già esistenti, che nascono dai cambiamenti di costume, culturali e dalle innovazioni tecnologiche. Si pensi al ‘mangianastri’ di una volta, poi venne il ‘lettore cd’ e ora a sua volta in crisi dall’avvento degli ‘mp3’. Ma nello Zingarelli continuano a essere tutti presenti.

“Non sindachiamo cosa sia giusto o sbagliato. Lo Zingarelli è un’agenzia autorevole che fissa lo stato della lingua in un dato momento storico. Il nostro compito è traghettare il patrimonio dell’italiano nei secoli a venire”, spiega Mario Cannella, lessicografo che cura gli aggiornamenti del vocabolario dal 1993, anno in cui sono diventati annualizzati. Perché l’evoluzione della lingua è sempre più rapida. Fino a pochi anni fa c’era l”autoscatto’, oggi i ‘selfie’. In poco più di 20 anni il nostro idioma si è arricchito di parole come “tangentopoli”, “buonismo”, “inciucio”, “girotondino”, “grillino”, “rottamatore”. Voci che rappresentano la nostra storia. Oppure “coming out”, “velinismo”, “smartphone”, “viagra”: segni del tempo e del costume. Come entrano le parole nel vocabolario? “Ogni giorno i media inventano neologismi di tutti i tipi ma nel vocabolario entrano solo quelli che si radicano nella nostra lingua. Una voce viene monitorata a lungo prima di essere accolta nello Zingarelli – spiega sempre Mario Cannella – I criteri dei curatori sono la durata (da quanti tempo è presente una parola?), la frequenza (si intende la diffusione e l’uso accertato di una parola), la qualità (il peso culturale di una parola)”

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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