Stazione di Pescara Centrale: Potete solo aspettare

Dovete avere pazienza, posso dirvi solo questo”. È la risposta di un addetto delle ferrovie ad una folla di 30 viaggiatori che attendono un treno diretto a Milano con duecentoquaranta minuti di ritardo. Fin qui niente di nuovo, ma a quanto pare a Pescara app e alta velocità non sono ancora à la page e le smart city non riscuotono successo. Sono le ore 01.30 e le temperature rigide della notte mettono in risalto la trafila di clochard imbacuccati che riposa sui marciapiedi adiacenti la stazione ferroviaria.
Presidia l’entrata una guardia giurata che permette l’ingresso solo dopo aver visionato i biglietti, d’altronde non potrebbe fare altro essendo uno dei capri espiatori di una situazione troppo grande e complessa. Tutti immediatamente indirizzano lo sguardo verso i tabelloni per sapere quale sia il binario e l’orario esatto dei treni. I passeggeri, sempre se lo dovessero diventare, si girano intorno nella speranza di trovare un ufficio dove poter richiedere un rimborso o informazioni riguardo una corsa sostitutiva, ma neanche l’ombra di un ferroviere. Ci si rivolge subito alla povera guardia giurata che giustamente, oltre alle mansioni di sua competenza non sa come offrire il suo aiuto e consiglia di rivolgersi al posto di polizia ferroviaria. La luce è accesa ma la porta è chiusa e non v’è traccia di un’uniforme. Il disappunto e il nervosismo crescono mentre la voce annuncia l’aumentare del ritardo e i toni si fanno sempre più aspri. Ci si chiede cosa fare. Qualcuno chiama i Carabinieri per comprendere se c’è possibilità di denunciare la compagnia ferroviaria che ha comportato un danno sia fisico che morale, ma i militari rimandano la responsabilità alla Polizia di Stato che a sua volta si rifiuta di inviare una pattuglia per assicurare l’incolumità dei cittadini. Ci sono diversi anziani con problemi di deambulazione, i quali oltre a soffrire il freddo hanno bisogno dei servizi igienici.

Peccato che le sale d’aspetto siano ben incatenate e i bagni chiusi per impedire che qualche senzatetto possa trovarvi rifugio. Nel parcheggio della Stazione intanto, senza alcun pudore, si aggirano strani soggetti che osservano le vetture e scrutano l’orizzonte pronti a fuggire alla vista di un lampeggiante. Intorno alle 2.15 compare come un miraggio un poliziotto, che subito assalito dai commenti contrariati della folla sostiene che il loro disagio non sia di sua competenza: “Non sono un dipendente delle Ferrovie dello Stato” e indirizza i malcapitati verso il citofono degli uffici ferroviari. La voce metallica che risponde rassegna tutti quanti: “Potete avere solo pazienza, altrimenti c’è sempre la corsa successiva”. A quel punto si decide di salire sulle banchine. Il macchinista di un treno merci di passaggio indica al gruppo di sventurati la sala comandi centrale. I computer sono accesi e due figure sono impegnate nel seguire il passaggio dei mezzi ed effettuare gli scambi. Sulla porta c’è il divieto d’ingresso che viene ignorato. Dopo qualche istante viene aperta la porta, ma subito ribadito che i non addetti ai lavori non possono oltrepassare la soglia. Nonostante questo, viene gentilmente offerta ospitalità ai più anziani per potersi riscaldare durante l’attesa. Si fa a gara nell’ esporre tutte le mancanze, le anomalie e i disagi vissuti negli ultimi quaranta minuti. A causa del ritardo sono saltati appuntamenti di lavoro, visite mediche prenotate un anno prima e una conferenza di un ricercatore presso il politecnico di Milano.

Parlando con il Capostazione ci si accorge di come non sia in grado di soddisfare le richieste avanzate. Non essendo di fatto responsabile di queste problematiche, gestisce in solitudine un grade snodo come quello di Pescara senza alcuna garanzia di sicurezza. Infatti, dei malviventi potrebbero tranquillamente girovagare tra i binari, sabotare i treni e la struttura o infastidire chi tranquillamente attende la partenza. “È ovvio che un ritardo possa essere tollerato, ma le condizioni essenziali per l’accoglienza dei passeggeri non sono assolutamente garantite. È inaccettabile che il principale crocevia ferroviario della regione gravi in un penoso stato di abbandono durante le ore notturne, come se in tarda notte non si avesse diritto ai bagni, ad una sala d’attesa e ad essere salvaguardato dalle forze dell’ordine”. Questo è l’appello di uno dei viaggiatori.

di Eduardo Grumelli

 

  

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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