Reddito di cittadinanza, picco di ricerche su Google dopo il voto

 I motori di ricerca non possono analizzare i flussi elettorali e le motivazioni di voto. Pero’ possono fornire alcune indicazioni. Su Google la chiave di ricerca “reddito di cittadinanza” (e altre legate allo stesso argomento) ha avuto un’impennata subito dopo il voto, tra i 5 e il 6 marzo. Con un’impennata piu’ decisa nel centro-sud, dove il M5S ha costruito il proprio successo. La ricerca “reddito di cittadinanza” ha avuto un picco intorno alle ore 21 del 5 marzo. Cioe’ a urne chiuse e risultati gia’ chiari. I dati non dicono quante persone siano andate a caccia di informazioni online, ma danno un quadro delle tendenze (in proporzione). Se Google indica il momento di maggiore interesse con 100 il 5 marzo, il giorno del voto si ferma a 15 e il il 3 marzo a 10. Tradotto: le ricerche sul “reddito di cittadinanza” si sono decuplicate tra la vigilia del voto e il giorno successivo alla chiusura dei seggi. Un interesse che si e’ mantenuto vivo anche nelle giornate successive, il 6 (con un picco a quota 84) e 7 marzo (arrivato fino a 78). Dove c’e’ stata l’impennata maggiore? Secondo i dati di Google Trends, in Abruzzo, Sardegna, Umbria, Calabria e Molise. Tutte regioni (salvo l’Umbria) dove ha prevalso il M5S.

La crescita delle ricerche post-elettorale si conferma anche per domande piu’ specifiche. Con una differenza: lo slittamento di qualche ora. Il giorno dopo il voto ha prevalso il generico “reddito di cittadinanza”. Il 6 marzo gli utenti hanno iniziato a cercare massicciamente anche qualche indicazione pratica. Nella mattinata del 6 marzo c’e’ il picco della ricerca “reddito di cittadinanza come funziona” (con volumi quintuplicati rispetto al giorno del voto). E poi c’e’ chi ha badato direttamente al sodo: le ricerche di “Reddito di cittadinanza m5s requisiti” si sono moltiplicate per 20 tra il 4 e il 6 marzo, con un picco a piu’ di 24 ore dalla chiusura dei seggi. Anche in questo caso, le regioni piu’ interessate sono state quelle colorate di giallo: Abruzzo, Calabria, Sardegna, Sicilia. Anche se al quinto posto spunta una delle aree dove il Movimento 5 Stelle non ha prevalso: la Toscana. Certo, le ricerche di Google non raccontano motivazioni di voto e conoscenza della proposta. Si potrebbe ipotizzare, ad esempio, che gli elettori abbiano usato altri canali. Che le ricerche siano state (molto) diluite nei giorni precedenti al 4 marzo. Oppure che la crescita delle ricerche in alcune regioni del centro-Sud sia legata alla minore penetrazione di internet: la curiosita’ per un tema che potrebbe riguardarli da vicino potrebbe aver spinto utenti di solito lontani dal web a cercare informazioni online. Ma, al netto dei molti condizionali, resta il fatto che la caccia alle informazioni si sia intensificata dopo il voto e non prima di mettere una X sulla scheda. La geografia e l’andamento delle ricerche cambiano per un altro argomento molto popolare della campagna elettorale: la flat tax. L’interesse nei confronti di questa proposta (del Centrodestra) e’ stata molto piu’ costante. Il picco si e’ avuto il 25 febbraio. E i livelli del post-voto sono in linea con quelli dei giorni precedenti. Senza impennate nelle ultime settimane. Diversa e’ anche la distribuzione regionale delle ricerche: le due regioni del sud in vetta (Basilicata e Abruzzo) sono seguite da Valle d’Aosta (dove ha prevalso il Movimento alla Camera e il Centrosinistra al Senato), Friuli Venezia Giulia e Lombardia (conquistate dal Centrodestra)

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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