Il volto multiforme del Pil, strumento per misurare, con la forza dei numeri, lo stato di sviluppo di una Regione

di Angelo Orlando*

Nel mondo antico, Pitagora e i pitagorici consideravano il numero non semplicemente come concetto matematico, ma lo leggevano come l’elemento fondamentale, la chiave, per conoscere la realtà.

Purtroppo, però, lo spirito geometrico non è compatibile con la creatività della politica contemporanea, una politica che, in Abruzzo, antepone, gesuiticamente o bizantinamente, l’interpretazione soggettiva, e funzionale, all’analisi oggettiva.

Una dimostrazione incontestabile è offerta dalla modalità, ad esempio, con cui si leggono i numeri del debito del Sistema Sanitario Regionale abruzzese.

La prova assolutamente incontestabile? Eccola!

“Veri: il disavanzo Asl è di 113 milioni, a Roma l’esame sarà superato” ( Il Centro, giovedì 3 luglio 2025).

Ora, in una condizione normale, non andrebbe valutato esclusivamente il deficit delle aziende sanitarie locali, ma bisognerebbe guardare il deficit totale regionale. Questo deficit ammonta a 93.961.457 €, così come certificato sul sito OPENBDAP della Ragioneria Generale dello Stato.

Il Tavolo di monitoraggio romano quale di questi numeri prenderà in considerazione, ma, soprattutto, premierà il miracolo di una Asl che da un devastante -50.000.000 al III trimestre 2024 è passata ad un sorprendente -25.000.000 nel IV?

Messe da parte, con beneficio di inventario, le valutazioni quantomeno originali, per rispettare gli eufemismi, visto che in sanità ogni anno è un anno “ horribilis “,trasferiamoci nella dimensione più propriamente economico-finanziaria della Regione Abruzzo.

Ora, nella Bibbia, Giosuè, in viaggio verso la terra promessa-10,1 20-, aveva chiesto al Signore di fermare il tempo.

Oggi, la politica chiede lo stesso miracolo all’Istat!

Abruzzo, una Regione che cresce: Marsilio all’evento a THEAmbrosetti traccia la visione di sviluppo” Reg-flash, 12 giugno 2025.

“Meeting Ambrosetti -Il Report “Abruzzo, uno sprint economico: cresce il triplo del resto d’Italia” ( Il Centro, venerdì 13 giugno 2025).

Quasi due secoli fa, l’ingenuo Carlo Marx, nel “Manifesto del Partito Comunista” e nella “ Ideologia tedesca” sosteneva che le idee dominanti sono quelle della classe dominante.

L’immaturità del tempo, non gli aveva, però, consentito di capire che le idee dominanti sono quelle della “comunicazione dominante”!

Guardiamo, ora, la prima scheda dell’allegato al comunicato presidenziale.

Analizziamo i numeri del Pil pro capite 2023 e dell’export 2024.

Il Report Istat del 28 gennaio 2025, a p.1, fissa per l’Abruzzo e la Sicilia il maggior incremento del Pil in volume = +2,1%.

Scrive a p.4: “ Nel 2023 l’Abruzzo è la regione del Mezzogiorno con un Pil per abitante più alto (31 mila euro)…”

A p.73 del Rapporto Annuale sull’economia dell’Abruzzo della Banca d’Italia (Giugno 2024) si legge:

2022 Pil 34.486.000.000, Pil pro capite 27.023 €

A p.55 del Report – L‘economia dell’Abruzzo- Rapporto annuale-giugno 2025, sempre di Bankitalia, è scritto:

2023 Pil 39.419.000.000, Pil pro capite 31.012.

Allora, il prodotto interno lordo dell’Abruzzo è cresciuto in un anno di 5 miliardi di euro e il pil pro capite di oltre 4000 €?

Peccato che nel delirio autocelebrativo, che l’opposizione, colpevolmente, non coglie, non si dica che non parliamo di Pil reale, ma di Pil nominale.

Qual è la differenza?

Il Pil nominale valuta la produzione a prezzi correnti, mentre il Pil reale la valuta a prezzi costanti, il che vuol dire che il Pil nominale non è, assolutamente, certificazione incontestabile della crescita economica.

Che cosa manca?

L’aggiustamento da Pil nominale a Pil reale con la funzione del deflatore, cioè della quota dell’aumento del prodotto interno lordo attribuibile all’inflazione.

Infatti, il deflatore misura il livello corrente dei prezzi rispetto ad un anno base e questo descrive la dinamica reale dell’economia perché una forte crescita del Pil nominale potrebbe nascondere il fatto che tutto cresce per variazione dei prezzi e non per aumento delle quantità prodotte.

Un altro elemento che andava chiarito, ma non è stato fatto, è che esiste una grande differenza tra il Pil pro capite e il reddito pro capite, cioè la valutazione del tenore di vita medio dei residenti e del potere d’acquisto degli abruzzesi, in sintesi, del loro benessere materiale.

Così, di fronte ad un Pil pro capite di 31.000 euro, il reddito pro capite degli abruzzesi è di 19.768 €.

Volete una conferma di quanto sia fuorviante scambiare la valutazione del Pil pro capite con quella del reddito pro capite?

Eccola!

In Umbria, Pil pro capite 30.500 €, reddito pro capite 21.636.

Quindi, i cittadini umbri, pur con un Pil pro capite inferiore, hanno maggiore benessere materiale.

Altro esempio:

Sardegna Pil pro capite 26.300 € , – 3700 € rispetto all’Abruzzo, reddito soltanto -704 €!

Passiamo ora al +12,4% dell’export abruzzese 2024.

A pagina 5 del FLASH ISTAT, 11 marzo 2025- IV trimestre 2024- Esportazioni delle regioni italiane- trovate questi numeri:

Abruzzo 2022 valori. 8.864.000.000, +2,1 rispetto al 2021,

2023 valori 10.047.000.000, +13,3 rispetto al 2022,

2024 valori 9.485.000.000, -5,6 rispetto al 2023.

Donde nasce il +12,4 nel 2024?

È vero che il settore farmaceutico ha un effetto trainante sull’export, però sarebbe opportuno non considerare le percentuali, bensì i valori reali.

Adesso, ricordando a tutti che siamo nel 2025 e che, soprattutto nel settore fondamentale dell’export, quello dei mezzi di trasporto, dal II semestre 2024 si è avviato un processo di crisi che appare ingovernabile, almeno da questa politica, guardate i numeri dell’export delle attività manifatturiere fino al 2023 e allacciate le cinture di sicurezza.

Quando, poi, osservate le cifre sbandierate a proposito dei livelli di occupazione, ricordate che cosa significa “occupati” nel “glossario” dell’Istat:

Occupati: comprendono le persone di 15 anni e più che nella settimana di riferimento:

  • hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda corrispettivo monetario o in natura;

  • hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente;…”.

Ancora, volete conoscere il posto dell’Abruzzo nella classifica del Pil procapite nei territori-regioni-dell’Europa 30 nel 2022?

Ebbene, l’Abruzzo si colloca al posto n. 146/240, con un Pil procapite, sempre nel 2022. di 28.300 € ( CGIA Mestre, NEWS, 20 luglio 2024).

Secondo l’ultimo “ “Indice di Competitività Regionale” pubblicato dall’Unione Europea, l’Abruzzo è ancora considerato regione “in transizione”.

Considerate, ora, gli effetti dell’invecchiamento della popolazione, della progressiva riduzione della popolazione della fascia 15-64 anni, dello spopolamento delle aree interne, della fuga dei giovani, dei dazi…

Alla fine analizzate questa tabella previsionale e traete le vostre conclusioni!

Alla prossima!

*Insegnante, viene eletto al Senato della Repubblica nel 1994 nelle file di Rifondazione Comunista e per la XII legislatura fa parte della Commissione Finanze e Tesoro e di quella Agricoltura. Successivamente è per due mandati consigliere regionale in Abruzzo sempre per il PRC.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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