Medicina, il “semestre filtro”: meritocrazia o nuovo confine dell’incertezza?

di Francesco Piccinino Camboni

Un nuovo ingresso: la riforma che cambia il primo passo verso Medicina

Con l’entrata in vigore del Decreto Ministeriale n. 418 del 30 maggio 2025*¹, il percorso di accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in “Medicina e Chirurgia”, “Odontoiatria e Protesi Dentaria” e “Medicina Veterinaria” è stato ridisegnato in modo profondo. Il tradizionale test d’ingresso, collocato prima dell’immatricolazione, viene sostituito da un semestre di lezioni, esami e verifica nazionale: un “semestre filtro”, come è stato definito nei documenti ufficiali. Il nuovo sistema si presenta come una risposta alle critiche rivolte nel tempo al vecchio test, considerato da molti un ostacolo troppo rigido e troppo rapido per giudicare l’idoneità di un giovane alla complessa formazione medica.
Nella narrazione istituzionale questo cambio di prospettiva sembra voler offrire un’opportunità più equa: non più una selezione che avviene in poche ore, ma un periodo di studio e valutazione più ampio. Eppure, osservandolo da vicino, è inevitabile chiedersi se un simile cambiamento renda davvero l’accesso più inclusivo o se, al contrario, lo renda più tortuoso. L’obiettivo dichiarato è quello di formare gli studenti prima di selezionarli, ma una riforma di tale portata porta inevitabilmente con sé un impatto sulla percezione del percorso, sulle emozioni degli studenti e sulla natura stessa dell’ingresso in un mondo professionale già esigente.

Come funziona il semestre filtro: procedure, scelte ed esami
Per comprendere pienamente il semestre filtro, è necessario soffermarsi sui suoi passaggi concreti, così come stabiliti dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Gli studenti che aspirano a uno dei tre corsi ad accesso programmato devono innanzitutto indicare minimo dieci sedi universitarie, collocate su tutto il territorio nazionale, che rappresentano le loro preferenze per l’eventuale prosecuzione del percorso dopo il semestre iniziale*². Parallelamente devono scegliere minimo altre dieci sedi per un “corso affine”, cioè un percorso alternativo, anch’esso selezionato attraverso una graduatoria nazionale, utile per non rimanere completamente esclusi in caso di mancata ammissione al corso principale. Questo meccanismo a doppia colonna (corso prescelto e corso affine) crea una rete di sicurezza teorica, ma allo stesso tempo introduce una complessità che richiede allo studente una pianificazione attenta prima ancora di iniziare a studiare una singola pagina.
Nel semestre filtro, l’iscrizione porta a seguire tre insegnamenti fondamentali: Biologia, Chimica (e Propedeutica Biochimica) e Fisica, ognuno dei quali vale sei crediti formativi per un totale di 18 CFU. La frequenza, nella maggior parte degli atenei, è obbligatoria. È in questo contesto che gli studenti affrontano il primo vero passaggio valutativo. A livello nazionale, sono infatti fissate due sessioni di esami identiche per tutta Italia, la prima il 20 novembre 2025 e la seconda il 10 dicembre 2025*³. Le prove sono strutturate in modo uniforme: stesso contenuto, stesso formato, stesso punteggio, indipendentemente dall’ateneo frequentato. I risultati confluiscono in una graduatoria nazionale che attribuisce, in ordine di merito, i posti disponibili nelle varie sedi indicate.
Il nodo cruciale però emerge nel momento in cui la graduatoria viene pubblicata. Chi rientra nei posti disponibili può proseguire nel secondo semestre del corso prescelto; chi non vi rientra viene valutato per il corso affine, sempre secondo le preferenze espresse nei mesi precedenti; chi non trova posto né nel corso principale né nel corso affine rimane escluso da entrambe le possibilità. La differenza rispetto al passato è sostanziale: prima della riforma, l’esito negativo del test di settembre lasciava allo studente il tempo per scegliere di immatricolarsi rapidamente ad un’altra facoltà, senza perdere mesi di lezioni. Con il semestre filtro, questo margine si riduce, per non dire che scompare.
Gli studenti affrontano il semestre studiando e frequentando, ma l’ammissione definitiva arriva solo a ridosso del nuovo anno. E così, chi non entra, si ritrova improvvisamente nel limbo: il semestre è finito, gli altri corsi (a ingresso libero e non) sono già in pieno svolgimento, le lezioni avviate da settimane, i moduli didattici già superati. Il rischio implicito è quello di aver consumato un tempo prezioso che non potrà essere recuperato: per molti significherà perdere un anno intero. Basta un attimo per rendersi conto che una scelta fatta con entusiasmo a settembre può trasformarsi, quattro mesi dopo, in uno slittamento accademico e psicologico non da poco.

Un equilibrio: tra meritocrazia, stress e competizione invisibile
Il semestre filtro nasce con l’intenzione di ampliare l’orizzonte meritocratico. Ma che cosa si intende quando si parla di meritocrazia all’interno di un percorso che, inevitabilmente, mantiene un numero limitato di posti? Il fine ultimo, si legge nei documenti istituzionali, è quello di valutare “le competenze e la predisposizione allo studio universitario in ambito medico”. Tuttavia, nel quotidiano, questo ideale si confronta con una realtà complessa. Gli studenti sanno che la loro possibilità di entrare non dipende solo dalla preparazione personale, ma anche dal rendimento degli altri. La graduatoria è nazionale, i punteggi sono comparati, la competizione, pur mai apertamente dichiarata, permea la routine quotidiana.
In un ambiente in cui ogni risultato incide sul futuro accademico, anche gli elementi più semplici (come un appunto fatto meglio, un chiarimento durante una lezione, una spiegazione condivisa) possono cambiare valore. Mentre le università presentano il semestre filtro come un’esperienza istruttiva e inclusiva, molti studenti si trovano a dover scegliere tra collaborazione e prudenza, consapevoli che ogni dettaglio può contribuire, direttamente o indirettamente, alla posizione in graduatoria.
Non è difficile capire perché questo processo, più che alleggerire lo stress che il vecchio test imponeva, rischi di amplificarlo. Nel precedente modello, la tensione culminava in un giorno; nel semestre filtro si estende su mesi. Significa vivere un periodo intero in bilico, con lezioni che diventano, fin dal primo giorno, il preludio di una selezione.
E sullo sfondo, la consapevolezza di ciò che accade in caso di mancata ammissione: perdita del semestre, difficoltà di reimmatricolazione, vantaggio azzerato. Una domanda sorge spontanea: quanto pesa questa incertezza sulla motivazione, sulle aspettative, sul benessere di uno studente appena uscito dalle scuole superiori?

Il sistema sanitario italiano
Il contesto sanitario in cui si inserisce la riforma dell’accesso a Medicina è tutt’altro che neutro: i numeri dicono che l’Italia convive con una doppia esigenza, quella di mantenere una dotazione complessiva di professionisti sanitari adeguata e quella di rinnovare una forza lavoro che in molte aree è prossima al pensionamento. Secondo il più recente dossier della Fondazione GIMBE vi è una carenza attuale di oltre 5.500 medici di famiglia. Il report segnala che il 52% degli attuali medici è sovraccarico di assistiti e prevede circa 7.300 pensionamenti entro il 2027*⁴. Queste cifre consentono di misurare non solo una carenza numerica, ma anche una congestione operativa che grava sui livelli essenziali di assistenza territoriale, con ripercussioni su accessibilità e continuità delle cure.
Cosa significa tutto questo per il semestre filtro? Innanzitutto che non esiste un collegamento automatico tra la modifica delle modalità di accesso e un rallentamento immediato della formazione di medici. Il semestre filtro modifica i tempi e le modalità dell’ingresso universitario, ma l’effetto finale sul numero di medici in servizio nei prossimi anni dipenderà da più variabili: dal tasso di abbandono degli studi, dalla capacità delle università di convertire gli immessi in professionisti e dalla disponibilità di contratti specialistici e borse di formazione successivi alla laurea. In secondo luogo, i dati GIMBE mettono in risalto un’urgenza territoriale e di medicina di base che la sola riforma dell’accesso non risolve: una carenza significativa di medici richiede politiche mirate che vanno oltre l’ingresso all’università.
In conclusione, il quadro ufficiale sprona a non trarre conclusioni affrettate: il semestre filtro è un fattore tra i tanti che influiranno sul futuro della forza lavoro medica. È plausibile che, se mal governato, possa aggravare alcune fragilità, ad esempio aumentando il numero di studenti che abbandonano il percorso. Ma è altrettanto possibile che, con adeguati accompagnamenti formativi e politiche mirate, la riforma non rappresenti un ostacolo alla disponibilità futura di personale medico.

La prospettiva finale
Il semestre filtro è una riforma ambiziosa. Cambia il ritmo, cambia il tempo della selezione, cambia la natura del primo contatto con il mondo universitario. Dà agli studenti la possibilità di confrontarsi con la realtà accademica, ma allo stesso tempo li introduce in un meccanismo che richiede lucidità, metodo, resistenza e consapevolezza. Non è una promessa vuota, ma non è nemmeno una garanzia di equità assoluta. Si presenta come una via di mezzo, un esperimento che cerca di bilanciare selezione e formazione. Sarà in grado di individuare gli studenti più adatti, o finirà per penalizzare chi, pur motivato, non riesce a sostenere la pressione di un’intera selezione prolungata? Riuscirà a sostenere il fabbisogno sanitario del Paese, o lo rallenterà? Le riforme, in fondo, sono strumenti: a determinare il loro successo sarà la capacità di accompagnarle con misure di sostegno, monitoraggio continuo e trasparenza.
Il lettore, a questo punto, è chiamato a riflettere. Non tanto per giudicare la riforma nel suo complesso, quanto per comprendere la condizione degli studenti che la vivono e il ruolo che essa avrà nel plasmare la sanità del futuro. A volte, il primo passo verso una professione non è definito tanto dalla destinazione, quanto dal percorso che si sceglie per raggiungerla.

Fonti
¹ MUR – Decreto Ministeriale n. 418 del 30 maggio 2025: https://www.mur.gov.it/sites/default/files/2025-06/Decreto%20MInisteriale%20n.%20418%20del%2030-05-2025.pdf
² Universitaly – Informazioni semestre filtro Medicina: https://www.universitaly.it/medicina2025
³ Linee guida esami semestre filtro (MUR): https://www.mur.gov.it/it/news/giovedi-16102025/universita-da-oggi-disponibili-le-linee-guida-gli-esami-del-semestre-aperto
⁴ Fondazione GIMBE – Report carenza medici di base: https://portale.fnomceo.it/fondazione-gimbe-medici-di-famiglia-a-rischio-estinzione-ne-mancano-oltre-5-500

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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