Mentre l’Italia si prepara a fronteggiare l’effetto dei nuovi dazi al 15% concordati tra Stati Uniti e Unione Europea, anche l’Abruzzo si trova coinvolto nel contesto delle esportazioni penalizzate. Secondo il rapporto dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre, nel 2024 il valore dell’export abruzzese verso gli USA è stato pari a 1,626 miliardi di euro, in aumento del 9,9% rispetto all’anno precedente. La regione rappresenta oggi il 2,5% del totale nazionale delle esportazioni italiane negli Stati Uniti.
A trainare l’export regionale è in particolare la provincia dell’Aquila, che ha raggiunto quota 1,13 miliardi di euro (+9% rispetto al 2023), posizionandosi al 15° posto a livello nazionale per valore esportato verso gli USA. Seguono Chieti con 292,9 milioni (+45,6%) e Pescara con 66,1 milioni (+36,3%). In calo invece Teramo, che ha registrato un export di 132 milioni, in flessione del 29,9%.
Nonostante l’Abruzzo non sia tra le regioni più esposte, la crescita dell’export nel 2024 rischia di essere frenata dagli effetti delle nuove barriere doganali. Il rischio è legato non solo alla contrazione della domanda, ma anche alla possibilità che le imprese siano costrette a ridurre i propri margini per mantenere competitivi i prezzi.
Secondo CGIA, i settori maggiormente esposti ai dazi sono quelli ad alta e media gamma, che costituiscono il 92% dell’export italiano verso gli USA: beni che potrebbero comunque continuare a trovare mercato tra i consumatori a reddito elevato. Resta tuttavia elevato il grado di incertezza sull’effettivo impatto delle misure protezionistiche per il tessuto produttivo regionale, in particolare per le imprese di piccole e medie dimensioni che operano in settori strategici per l’economia abruzzese.