Nei primi otto mesi del 2025 in Italia si sono registrati 681 decessi sul lavoro, di cui 493 in occasione di lavoro e 188 in itinere. È quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, che segnala come oltre metà del Paese sia classificata in “zona rossa” o “zona arancione” per rischio infortunistico.
L’Abruzzo rientra tra le regioni in zona arancione, con un’incidenza superiore alla media nazionale (20,6 morti ogni milione di occupati) e 12 vittime registrate da gennaio a fine agosto. Insieme alla regione figurano nello stesso livello di rischio anche Veneto, Puglia, Toscana, Liguria, Sardegna e Trentino-Alto Adige.
A livello nazionale, i settori più colpiti sono Costruzioni (78 decessi), Manifatturiero (69), Trasporti e Magazzinaggio (65) e Commercio (48). La fascia d’età più esposta resta quella tra i 55 e i 64 anni, con 168 vittime, mentre tra le donne si contano 58 decessi, di cui 28 in occasione di lavoro.
«La stabilità dei numeri rispetto al 2024 non è un segnale incoraggiante – ha commentato Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio –. Nel nostro Paese si continua a morire ogni giorno sul lavoro: la sicurezza resta la sola arma efficace per contrastare questa tragedia quotidiana».
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