Via il turno di ballottaggio, resta il premio di maggioranza. Restano le pluricandidature dei capilista, ma la scelta finale del collegio in cui si viene eletti è affidata ad un sorteggio. La Corte costituzionale ha riscritto così l’Italicum, bocciando in parte la legge voluta dal governo Renzi. La sentenza prevede che la legge elettorale corretta dai giudici sia “suscettibile di immediata applicazione”. Sotto la lente della Consulta, i ricorsi presentati da cinque diversi Tribunali ordinari. E’ stata rigettata – è scritto nel comunicato finale diffuso dalla Corte al termine di una lunghissima camera di consiglio – la questione di costituzionalità relativa al premio di maggioranza al primo turno, che era stata sollevata dal Tribunale di Genova. Mentre sono state accolte le questioni – sollevate dai giudici di Torino, Perugia, Trieste e Genova – relative al turno di ballottaggio: è incostituzionale, ha sentenziato la Corte. E incostituzionale è stata dichiarata anche la norma che consente al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d’elezione: in casi come questi a decidere sarà un sorteggio.
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