di Achille Lucio Gaspari*
Il caso Almasri è di lettura piuttosto semplice. Vorrei prima fare una riflessione: chi ha il compito di fare fa; poi ci sono quelli che seduti sul divano osservano mentre mangiano le noccioline e criticano sia che sia stata presa la soluzione A, sia che sia stata adottata la soluzione B
Veniamo al fatto. Almasri ha girato l’Europa per due settimane e il mandato di cattura è stato emesso appena messo piede in Italia. Si voleva mettere in difficoltà il Governo italiano? A pensar male-diceva qualcuno che se ne intendeva- si fa peccato ma ci si azzecca quasi sempre. Che il torturatore libico sia stato arrestato e subito dopo liberato e portato a Tripoli con un volo di stato è cosa nota. Perché questa liberazione? Era forse parente della Meloni? Aveva riempito di lingotti d’oro i membri del Governo? Questo comportamento nasceva ovviamente dalla preoccupazione che gli interessi italiani in Libia sarebbero stati danneggiati. La concessione dell’ENI poteva essere revocata, qualche nostro connazionale poteva essere incarcerato. E queste azioni il nostro Governo se le è sognate la notte o è stato informato dai nostri Servizi Segreti? Strano che non ci abbiano detto il nome di questi informatori, fornendo magari anche numero di telefono e indirizzo di casa. Se quanto paventato fosse accaduto, ed era probabilissimo che accadesse chi avrebbe risolto i nostri problemi? Il Tribunale Penale Internazionale con un decreto? Schlein e Conte con una dichiarazione congiunta? Landini con un bello sciopero? Il Procuratore Lo Voi e i Magistrati del tribunale dei ministri con una iscrizione sul registro degli indagati? Ma quello era un delinquente direte voi, tanto è vero che è stato arrestato dai suoi connazionali. Che sia un mascalzone è risaputo ma gli interessi nazionali sono preminenti. Con questa soluzione si è evitato il carcere a degli innocenti. E’ stato arrestato ma dopo dieci mesi; all’arrivo era stato accolto trionfalmente. Le cose cambiano, e in Libia più rapidamente che altrove. Nessun errore allora da parte del Governo? Non aver opposto il segreto di stato e aver fatto invece dichiarazioni poco credibili allora e del tutto fantasiose ora.
*Professore Ordinario Emerito, Direttore Sezione Clinica Chirurgica, Facoltà di Medicina e Chirurgia
Università degli Studi di Roma Tor Vergata
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