Natale in Abruzzo, tanti gli appuntamenti con le feste della tradizione

Tanti i riti in Abruzzo per il periodo di Natale. A Lanciano il Natale inizia già nell’antivigilia: tra le 18 e le 19 risuona “La Squilla”, con il suono a distesa della campana della torre civica, a memoria del viaggio della Madonna verso Betlemme. Il rito risale al 1607, quando monsignor Tasso raggiunse a piedi scalzi la chiesetta dell’Iconicella. La processione arriva alla Chiesa dell’Iconicella, a circa tre chilometri dal centro, dove la comunità si ritrova per una breve cerimonia e per lo scambio degli auguri. Alle 19 tutte le campane suonano e si rientra nelle case, dove si recitano preghiere in ginocchio, i figli baciano le mani ai genitori per riceverne la benedizione e gli sposi visitano le promesse scambiando doni.

Prima della cena della Vigilia, dopo il Rosario e il Credo Apostolico, il capofamiglia più anziano accende il ceppo. A Palena si bruciano anche dodici piccoli pezzi di legna in memoria di Cristo e dei dodici apostoli. Il fuoco non viene coperto durante la notte di Natale e le luci restano accese. A Campli spegnere fuoco o luci è considerato un grave peccato, mentre a L’Aquila il ceppo deve durare fino all’Epifania o a Capodanno, riaccendendolo ogni sera. A Sant’Eusanio del Sangro si crede che, se il ceppo arriva all’Epifania, il capo famiglia avrà lunga vita.

I resti del fuoco sacro assumono un valore simbolico anche nei giorni successivi. A San Pelino e Poggio Picenze una parte dei carboni viene sotterrata nei campi per proteggere i raccolti, mentre un’altra viene conservata contro le tempeste. A Caramanico gli avanzi del ceppo vengono riaccesi alla nascita dei bachi da seta, come auspicio di crescita e forza. Tradizioni che, ancora oggi, raccontano il legame profondo tra fede, comunità e vita quotidiana.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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