I regali poco graditi stanno trasformando gli italiani in “riciclatori seriali”. È quanto emerge da una ricerca del Centro studi di Confcooperative, che stima una “contro spesa” pari a 3,7 miliardi di euro, 300 milioni in più rispetto allo scorso anno e 400 milioni in più rispetto al periodo pre-pandemia. Il fenomeno coinvolge poco meno di un italiano su due, circa 28 milioni di persone, nonostante l’aumento delle tredicesime, passate da 45,7 miliardi di euro nel 2022 a 52,5 miliardi nel 2025.
Secondo l’analisi, il riciclo dei doni avviene con modalità diverse: il 50 per cento riutilizza i regali ricevuti durante le festività o conservati nel corso dell’anno, il 30 per cento li rivende tramite piattaforme online e social network, mentre la restante quota li scambia nei negozi per buoni o altri prodotti. Le motivazioni sono legate soprattutto all’incertezza economica e all’aumento del costo della vita, che incidono sul potere d’acquisto delle famiglie.
Tra i regali più frequentemente riciclati figurano i generi alimentari, che rappresentano il 50 per cento del totale, seguiti da abbigliamento e cosmetici al 21 per cento, libri e agende al 20 per cento e giocattoli al 9 per cento. I dati delineano un cambiamento nelle abitudini di consumo, sempre più orientate al risparmio e alla gestione attenta delle spese personali.
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