Interdittive antimafia, sei aziende colpite in provincia dell’Aquila

Sono sei le misure interdittive antimafia emesse dal prefetto Vito Cusumano nei confronti di altrettante aziende operanti in provincia dell’Aquila, con sede legale tra l’aquilano e l’Alto Sangro. I provvedimenti arrivano in una fase delicata e si inseriscono nel contesto dell’inchiesta “Transumanza”, che ha già portato al rinvio a giudizio di 44 persone disposto dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale dell’Aquila, Marco Billi.

L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza e dalla sezione di polizia giudiziaria della Direzione Distrettuale Antimafia dell’Aquila, sotto il coordinamento delle pm Simonetta Ceccarelli e Roberta D’Avolio, ipotizza l’esistenza di un’associazione per delinquere operativa almeno dal 2014. Secondo l’accusa, il gruppo avrebbe simulato il possesso dei requisiti per ottenere terreni agricoli e titoli Pac della Riserva nazionale, attraverso imprese agricole fittizie, cooperative e associazioni temporanee di imprese, aggirando bandi comunali sugli usi civici. Le frodi accertate ammonterebbero a circa 5 milioni di euro.

La Dda ha indicato come parti offese anche lo Stato italiano e l’Unione europea. Parallelamente, la Procura Europea ha chiesto il processo per altri sette imprenditori per un filone legato alla cosiddetta mafia dei pascoli in Valle Peligna e Valle Subequana, con fatti collocati tra il 2017 e il 2022. Gli indagati hanno respinto ogni addebito e l’udienza preliminare è fissata per il 26 febbraio.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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