Ocse, cala la pressione fiscale in Italia e si ferma al 42,4%

In Italia la pressione fiscale scende leggermente ma restiamo comunque in sesta posizione, tra i Paesi che pagano piu’ tasse al mondo. E siamo anche ben oltre la media Ocse che e’ del 34,2%. E’ quanto emerge dal rapporto dell’Ocse sui trend fiscali 1965-2017, che vede la tassazione complessiva dell’Italia scendere nel 2017 al 42,4% del Pil dal 42,6% del 2016, dietro a quella della Francia (46,2%), della Danimarca (46%), del Belgio (44,6%), della Svezia (44%) e della Finlandia (43,3%) e davanti all’Austria (41,8%). I 35 Paesi Ocse registrano una tassazione media in aumento al 34,2%, contro il 34% del 2016, non lontana dal 33,8% del 2000.

 L’Italia resta tra i sette Paesi Ocse con una pressione fiscale sopra il 40%, ma registra una flessione rispetto al 2016, mentre sale rispetto alla media del 2000, che era del 40,6%. I Paesi con la tassazione complessiva piu’ bassa sono il Messico (16,2%), il Cile (20,4%), l’Irlanda (22,8%), la Turchia (24,9%) e gli Stati Uniti (27,1%). La struttura fiscale dell’Italia, nota l’Ocse, e’ caratterizzata da un alto livello di tasse sul reddito, pari al 25,8% sul totale delle entrate nel 2016, contro il 23,8% della media Osce. Anche il peso dei contributi sociali e’ in Italia molto alto (30,1% contro il 26,2% della media Ocse), mentre e’ basso il peso delle tasse sul reddito delle societa’, che e’ al 5%, contro il 9% della media Ocse. Le tasse sulle proprieta’ immobiliari in Italia pesano il 6,6%, contro il 5,7% della media Ocse, mentre le imposte indirette, che l’Ocse calcola come tasse sul valore aggiunto e altre imposte sui consumi, pesano in Italia rispettivamente il 14,4% e il 13,8%, contro il 20,2% e il 12,5% della media Ocse.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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