Una finissima testina femminile di marmo che raffigura Venere, di epoca romana, probabilmente risalente al primo secolo dopo Cristo, forse una copia delle venere accovacciata di Doidalsas, indizi di una piu’ antica sistemazione urbana di eta’ romana, repubblicana e imperiale, una muratura abisdata, una serie di fondazioni di pilastri, un frammento di collo e treccia su nuca, una base di colonna, tanti cocci, elementi lapidei di murature medievali, una fossa granaria, un arco che metteva in comunicazione diversi ambienti, cisterne, poderose mura di epoca post classica. E’ il ”tesoro” venuto alla luce da ottobre a oggi durante dagli scavi di archeologia preventiva finalizzati ai lavori di riqualificazione di piazza S. Giustino a Chieti. Un lavoro lavoro che ha comportera’ ulteriori studi e approfondimento ma che nel frattempo ha portato ad una catalogazione a livello fotogrammetrico e documentale di quanto rinvenuto. Nel frattempo i lavori per riqualificazione della piazza, nell’ambito di un progetto da oltre un milione e mezzo di euro, andranno avanti’. ”Abbiamo fatto le opportune ricerche, saggi, indagini, rilievi ma non sono reperti ne’ strutture tali da giustificare una diversa progettazione, un cambio di progetto, e lasciare a vista strutture che non hanno per la maggioranza di noi una immediata leggibilita’ e soprattutto una continuita’ tale nel rappresentarci le epoche storiche per cui ci sia possibilita’ di valorizzare”, ha detto oggi a Chiett durante una conferenza stampa la Soprintendente di Chieti e Pescara, Rosaria Mencarelli.
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