Nel 2020 in Italia si e’ bevuto piu’ vino, consumi cresciuti del 9,8%

L’anno scorso in Italia si e’ bevuto piu’ vino, con consumi generali cresciuti del 9,8%, e piu’ bottiglie da agricoltura biologica (+10,8%), ma in genere ci si e’ spostati su prodotti meno cari, con i ricavi dei grandi gruppi del settore tagliati del 4% abbondante, soprattutto a causa del crollo degli ordini di ristoranti e alberghi. E’ l’impatto Covid messo in luce dal Rapporto dell’Area Studi Mediobanca, stilato con l’Ufficio studi di Sace e Ipsos, che vede pero’ un recupero gia’ quasi completo nel 2021, con una stima per i fatturati del settore in crescita del 3,5% a fine anno. In Italia si conferma leader delle vendite di vino il gruppo Cantine Riunite-GIV, con fatturato a 581 milioni (-4,4% sul 2019), nettamente avanti rispetto alla seconda posizione ricoperta da un’altra cooperativa, Caviro, il cui fatturato e’ cresciuto del 10%, avvicinandosi ai 362 milioni. Terza la Casa Vinicola Botter (230 milioni, +6,4%). Per redditivita’, cioe’ rapporto tra risultato netto e fatturato, il 2020 vede in testa Antinori (26%), Frescobaldi (24,5%) e Santa Margherita (24,2%).

Si registra un boom dell’e-commerce (+74% l’anno scorso nelle vendite sui siti aziendali) e di investimenti nel digital da parte delle aziende (+55%). E il vino italiano tiene la sua redditivita’, che resta comunque sempre molto bassa: il risultato medio 2020 prima degli oneri finanziari e’ al 5,8%, poco sotto l’anno precedente. Leggermente diversa la situazione dei gruppi made in Italy specializzati in ‘spirits’: la redditivita’ e’ scesa di quattro punti base all’11,8%, che resta comunque molto superiore a quella del vino, anche in questo caso con l’attesa di un forte rimbalzo quest’anno. Il calo dei fatturati delle grandi case vinicole, evidenziato da un Rapporto che analizza i bilanci di oltre 240 aziende che generano piu’ dell’80% dei ricavi del settore, e’ stato molto piu’ accentuato sul mercato interno (-6,3%) che all’estero (-1,9%). E, secondo gli analisti, e’ sempre l’export che puo’ trainare la ripresa. Per il biennio 21-22 la ricerca si attende infatti un aumento dei consumi di vino del 3,8% l’anno sui principali mercati mondiali. Per due grandi importatori di bottiglie italiane l’aumento medio annuo e’ del 2% per gli Usa e del 3,1% per la Germania, con un discorso a parte per il Regno Unito visto in crescita del 2,4%, ma con prospettive complicate dagli sviluppi post Brexit.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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