Asl L’Aquila, tecnici al lavoro per ridurre i disagi dopo l’attacco hacker

Alla Asl dell’Aquila si sta lavorando per ridurre i disagi nelle prestazioni e nei servizi causati dall’attacco hacker subito nei giorni scorsi e per risolvere definitivamente il problema. L’azienda si trova ora a fronteggiare anche il nodo della richiesta del riscatto: ma anche se i tecnici e i vertici, coordinati dal direttore generale, Ferdinando Romano, hanno costituito una task force “di pronto intervento di sicurezza informatica” che sta operando a supporto dei gruppi tecnici interni, il ritorno alla normalità sembra lontano: nessuno fa previsioni, ma l’infrastruttura informatica potrebbe essere non funzionante per un mese. Oggi ci sono stati contatti con alcuni provider nel tentativo, stando a quanto emerso, di realizzare un nuovo sistema informatico. Però anche in questo caso l’ostacolo è il fattore tempo.

Parallelamente al lavoro per ripristinare i servizi, proseguono le indagini della polizia postale coordinati dalla procura della Repubblica dell’Aquila.

Dati medici di pazienti con Hiv, pazienti oncologici, pazienti neonati e informazioni sulla mortalità infantile. Dati personali dei dipendenti, informazioni amministrative, 30 documenti su un totale complessivo di oltre 500 gigabyte trafugati. Questo l’insieme di informazioni sottratte ai server della Asl 1 Avezzano Sulmona L’Aquila che il gruppo di hacker minaccia di divulgare se non verrà corrisposto un riscatto. I dati sono stati trafugati nella notte del 3 maggio con un attacco con un ransomware virus che blocca e cripta i dati rendendoli inutilizzabili fino al pagamento di un riscatto. “Se le nostre richieste non saranno accolte – si legge in una schermata in inglese divulgata dal gruppo che fa riferimento alla bacheca ‘Monti’ nel dark web – ci vedremo forzati a pubblicare il resto dei dati medici sul monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa, nonché i dati medici dei pazienti, tra cui diagnosi e trattamento prescritto, nelle aree di Fisiopatologia e Ostetricia e altri 50 documenti a caso estratti dal server e dal sistema Archiflow”. Anche un acconto del riscatto sarebbe stato richiesto dagli hacker.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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