Nel voto di domenica il M5s ha aumentato “i propri voti di quasi 2 milioni, passando da 8,7 milioni nel 2013 a 10,7 nel 2018; una crescita di 7,2 punti percentuali in termini di voti validi (dal 25,5% al 32,7%). Si tratta di un risultato eccezionale”. Parte da qui un’analisi dell’Istituto Cattaneo focalizzata sull’andamento dei 5 Stelle nella tornata elettorale del 4 marzo. Partendo dal dato dell’aumento dei consensi, l’analisi si sofferma sulla diffusione sul territorio del voto grillino e sui flussi, a chi insomma i pentastellati hanno sottratto elettori. Per quanto riguarda la mappa del consenso M5S, il Sud è senza dubbio diventato una roccaforte dei 5 Stelle che dilagano in tutto il Meridione: +20,7 per cento, l’incremento rispetto al 2013. Nello specifico: Campania (+27,3 punti percentuali), Basilicata (+20,1), Puglia (+19,4) e Calabria (+18,6). Lieve calo invece nelle regioni del Nord e stabilità nelle regioni ‘rosse’. “È dunque avvenuta una meridionalizzazione del voto al Movimento 5 stelle”, sottolinea l’analisi del Cattaneo. Perchè? “Indubbiamente -si legge-, le difficoltà economiche e lavorative, di gran lunga più diffuse al Sud rispetto al Nord, possono aver favorito il consenso al M5s, che presenta tra i punti principali del suo programma misure assai popolari di contrasto alla povertà, come il reddito di cittadinanza o l’aumento delle pensioni minime”.
Per comprendere da dove arrivano i voti del Movimento 5 stelle l’Istituto Cattaneo ha analizzato i flussi elettorali in 9 città (Brescia, Parma, Modena, Bologna, Firenze, Livorno, Pescara, Napoli e Salerno) e ne emerge che “il M5s conquista voti ai danni del Pd, ma nelle città del Nord ne cede a vantaggio della Lega”. Il passaggio di consensi dal Pd ai 5 Stelle si spiega, secondo il Cattaneo, anche con “la svolta moderata (l’investitura di Di Maio, il passo di lato di Grillo, la scelta di condurre una campagna elettorale dai toni più istituzionali) che ha cambiato di recente la natura del Movimento” ed “è stata vincente dal punto di vista elettorale”. “Da una parte, la svolta moderata ha convinto nuovi elettori del centrosinistra, che sono arrivati sistematicamente e in maniera consistente dal Pd; dall’altra parte, proprio questo cambio di rotta operato da Di Maio ha reso meno credibile il Movimento agli occhi dei suoi elettori più radicali, che hanno deciso di abbandonare il partito al Nord, attratti dall’offerta di Salvini”. Conclude il Cattaneo: “La sfida del consolidamento della fedeltà elettorale che attende il M5s dipenderà sempre di più dal carattere istituzionale e propositivo delle sue future scelte politiche, e questo può diventare per il Movimento un elemento di profonda incertezza elettorale”.