La Regione Abruzzo ha sottoscritto una convenzione con tre Comuni del cratere sismico per interventi di consolidamento, risanamento e riduzione del rischio idrogeologico. Gli interventi sono cinque in totale, per un importo complessivo di oltre 3 milioni di euro. A Montorio al Vomano sono stati assegnati 167mila euro per il consolidamento e risanamento idrogeologico in via Settembrini e 485.200 euro per il consolidamento e risanamento idrogeologico nella zona sud della frazione di Leognano. A Isola del Gran Sasso 600mila euro saranno utilizzati per la riduzione del rischio idrogeologico nella frazione di San Massimo e 500mila euro per il risanamento idrogeologico della strada Isola - Fano a Corno. A Torricella Sicura 1 milione 300 mila 735 euro per il risanamento del dissesto idrogeologico nella frazione di Borgonovo. "Anche in un momento cosi' difficile a causa dell'emergenza non dobbiamo dimenticare quegli interventi necessari per il buon andamento delle comunita' locali - commenta il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio - si tratta di contributi straordinari a favore di tre Comuni del cratere sui quali incombe il rischio idrogeologico e che vanno ad aggiungersi ad altri gia' concessi nel corso del 2019. Tutto cio' significa consegnare ai sindaci la possibilita' concreta di risanamento idrogeologico di un territorio martoriato dalle calamita' oltre alle ricadute occupazionali in un momento di difficolta'. La Regione Abruzzo sta imprimendo una forte accelerazione alle procedure che rallentavano i finanziamenti - conclude -, grazie alla collaborazione con il Ministero dell'Ambiente e i comuni interessati".
Leggi Tutto »Giovane arrestato per spaccio e violazione delle misure del Dpcm sul coronavirus
Un giovane di 23 anni di Francavilla al Mare e' stato arrestato dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Chieti per detenzione a fine di spaccio di stupefacenti. L'operazione e' avvenuta al confine tra Francavilla e Pescara. Il giovane era su un'auto, insieme ad un'altra persona, e all'alt dei poliziotti e' sceso dall'auto dandosi alla fuga a piedi, mentre la persona che era con lui e' fuggita con l'auto facendo perdere le proprie tracce. Il 23enne e' stato trovato in possesso di tre involucri contenenti 150 grammi di marijuana. A seguito della perquisizione domiciliare sono stati trovati ulteriore stupefacente e sostanza da taglio.
Leggi Tutto »Lunghe file alle Poste per il pagamento delle pensioni
Lunghe file di utenti in queste ore fuori dagli uffici postali di Pescara. Nel rispetto del DPCM, che prevede un numero di sportelli limitato, orari ridotti di apertura di alcuni uffici e l'ingresso di un cittadino o massimo due alla volta nelle varie filiali, si registrano attese anche di oltre un'ora e mezza per poter effettuare le operazioni. I disagi dei giorni normali in questa emergenza sanitaria sono acuiti dal fatto che da ieri e' partito il pagamento delle pensioni (in base alla lettera del cognome) di aprile per i pensionati che non hanno l'accredito sul conto, e per questo in fila ci sono anche diverse persone anziane. Questa mattina dopo le 11 all'esterno dell'ufficio postale di via Monti a Pescara Portanuova c'erano una quarantina di persone in attesa all'esterno.
Leggi Tutto »Ordine degli psicologi chiede assunzioni alla Regione Abruzzo
"Abbiamo presentato un'istanza all'assessorato regionale alla Sanita' affinche', come previsto dal decreto, oltre alle assunzioni di figure mediche, si effettuino anche assunzioni a tempo determinato di psicologi". Cosi' Giuseppe Bontempo, presidente dell'Ordine degli psicologi in Abruzzo, in merito alla necessita' di coinvolgere le figure professionali che rappresenta nella gestione dell'emergenza provocata dalla diffusione del Covid-19. "Ho parlato con l'assessore Veri' fino a questa mattina, ma la competenza e' dei direttori generali delle Asl - fa sapere Bontempo - i quali fanno difficolta' ad attivare il punto 9 dell'ordinanza numero 7 del presidente Marsilio, nella quale si raccomanda la costituzione di equipe delle unita' di crisi, nelle quali sono previsti anche gli psicologi". Secondo il presidente dell'Ordine le criticita' sono molteplici e riguardano "innanzitutto gli operatori sanitari, che oltre ad essere esposti al rischio infettivologico, sono esposti a pesantissimi rischi di tipo psicologico - rileva Bontempo - le cui conseguenze verranno sicuramente a galla, sia in questa fase ma soprattutto dopo, perche' il logoramento dei ritmi di lavoro, l'esposizione al rischio, l'angoscia del contagio e in certi casi il fatto di essere costretti a lavorare pur essendo positivi, incidono pesantemente sul piano psichico".
Leggi Tutto »Coronavirus, sanitari esentati dal pedaggio dell’autostrada dei parchi
L'amministratore delegato di Strada dei Parchi, Cesare Ramadori, ha accolto la richiesta del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, per andare incontro ai disagi che tanti sanitari pendolari in queste settimane sono costretti ad affrontare a causa del taglio dei trasporti pubblici. Marsilio aveva chiesto alla societa' che gestisce le autostrade A24 e A25 di esentare dal pagamento del pedaggio questi pendolari. Strada dei Parchi, fa sapere la Regione, ha accolto la richiesta rendendosi disponibile "a intervenire con l'esenzione del pagamento del pedaggio autostradale per quanto concerne il personale sanitario impegnato per fronteggiare l'emergenza". La Regione Abruzzo sta facendo predisporre ai suoi uffici una autocertificazione che i sanitari che utilizzano dette autostrade dovranno sottoscrivere indicando generalita', luogo di partenza e sede di lavoro, tipo e targa del veicolo utilizzato, per predisporre l'elenco da consegnare a Strada dei Parchi. Tale modello si potra' scaricare da lunedi' prossimo, 30 marzo, sul sito della Regione Abruzzo e reinviarlo debitamente compilato seguendo le istruzioni. Per i possessori di Telepass la procedura sara' attiva dopo la trasmissione del modulo a Strada dei Parchi, mentre per chi fosse sprovvisto di Telepass Strada dei Parchi provvedera' all'invio di una tessera prepagata dopo aver validato l'autocertificazione.
Leggi Tutto »Dalla Fimmg, al pronto soccorso, fino al personale in corsia, ecco le voci critiche di chi è in prima linea: troppi malati gravi in attesa e ospedali in ginocchio
Leggi Tutto »Dalla Fimmg, al pronto soccorso, fino al personale in corsia, ecco le voci critiche di chi è in prima linea: troppi malati gravi in attesa e ospedali in ginocchioNel mirino i modelli organizzativi messi in atto. Così crescono i morti tra medici e pazienti. Il caso Bergamo in una lettera dei medici ospedalieri: epidemia fuori controllo
“Cominciamo a dire che c'è una grave mancanza di dispositivi di protezione individuale per i medici di famiglia, ed io di eroi morti non ne voglio più. Sono 30 i decessi di camici bianchi registrati. Più della metà di questi erano medici di famiglia. Già partiamo male, quindi…”. Lunga, rigorosa con più di una nota di sfiducia verso la carenza di sistemi di protezione per i medici e “i modelli” organizzativi delle Regioni, delle Asl e ospedali che seguendo ciascuno un protocollo si è arrivati ad una situazione di una difficoltà enorme. Il tutto sembra tenersi in piedi grazie grazie al senso di dovere e sacrificio del personale sanitario, mentre i cosiddetti modelli organizzativi non hanno tenuto conto delle troppe emergenze, come nel caso di pazienti che vedono nei medici di famiglia l’unico punto di riferimento, oppure del personale sanitario più esposto, come gli operatori delle squadre del 118. Da questo scenario di pesanti difficoltà arrivano le prese di posizione del segretario generale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti, e di Mario Balzanelli, presidente nazionale della Società Italiana Sistema 118. Entrambi per versanti diversi arrivano ad analisi che coincidono nel mettere in discussione i modelli organizzativi finora messi in campo per tutelare e prendere in carico i malati. Qualcosa non funziona tanto che a pagarne le conseguenze oltre ai malati è il personale sanitario.
A raccogliere le forti preoccupazioni così come le possibile soluzione è il
Quotidiano Sanità. Il presidente della Fimmg, Silvestro Scotti entra subito in argomento e osserva sconsolato: “Io vado a casa del paziente, ma non posso fare terapia né tamponi", dice il segretario dei medici di famiglia. Stesso discorso per il presidente della Società italiana sistema 118, Balzanelli: "Intervenire con il ricovero e l’inizio delle cure quando il paziente è già caduto in una condizione di grave insufficienza respiratoria acuta è assolutamente inappropriato". Parole che cadono in uno scenario che di giorno in giorno si fa più difficile: in Italia nelle ultime 24 ore c’erano oltre 69.000 i casi totali di Covid-19 e più di 6.800 i morti. Di questi decessi, il 61,2% si concentra nella sola regione Lombardia, la regione più colpita dall'epidemia, con quasi 31mila persone contagiate (di cui 54mila ancora positive), 9.700 pazienti affetti ricoverati in ospedale, dei quali 1.194 in terapia intensiva, che da soli costituiscono il 43% del totale dei ricoveri Covid-19 in Italia. Tutto questo in un contesto dove Governo e Regioni hanno deciso chiusure, blocchi, per imprese e famiglie, fino agli
incrementi di posti letto per le terapie intensive ed i reparti di penumologia ed infettivologia. Uno scenario, tuttavia, che cambia quotidianamente in una altalena di sforzi, di dati, di numero di morti che crescono, di guariti e di nuovi contagi. In prima linea ad affrontare questo inferno ci sono i medici e tra questi i più esposti quelli di famiglia e gli ospedalieri. Le parole di Scotti e Balzanelli, raccolte da Giovanni Rodriguez, sono una analisi chiara di ciò che non sta andando bene. Il dito è puntato contro i modelli organizzativi che riguardano un po’ tutta l’Italia dove ogni Regione è in affanno, dove le criticità diventano sempre più evidenti. Per Scotti, ad esempio, quanto accade in Lombardia "è anche dovuto anche al modello lombardo di medicina del territorio. A differenza del Veneto, dove questo è molto strutturato in distretti, territorio e servizi di prevenzione, in Lombardia si è puntato da tempo su un modello diverso che era stato strutturato sulla cronicità con le cooperative lombarde della medicina generale, che oggi non reggono rispetto ad un territorio che richiede servizi per acuti e modelli organizzativi utili nella prevenzione e nel contenimento e non hanno gli strumenti per convertirsi ed essere di supporto in questa situazione ai medici di medicina generale”.
“C'è un completo scollamento”,
osserva il segretario della Fimmg, “tra struttura territoriale e Aziende, e quindi il sistema si concentra negli ospedali con tutti i problemi che stanno venendo fuori". Poi c’e il grave irrisolto problema legato alla “tempistica della diagnosi”. Una questione che diventa drammatica per chi in isolamento avverte i sintomi della malattia che potrebbero evolvere in modo esponenziale. "L’identificazione rapida legata al tampone, e non a criteri epidemiologici, rallenta la diagnosi", fa presente Scotti. Ma quello che è più rilevante, osserva l’esponente della Fimmg, è la carenza di linee guida che consentano ai medici di famiglia di poter intervenire con protocolli terapeutici condivisi.
"Io vado a casa del paziente, ma non posso fare terapia né tamponi. Il tutto”, sottolinea Scotti, “in assenza di dispositivi di protezione individuale adeguati a proteggermi. Spiegatemi a questo punto cosa vado a fare nelle case, a parte per assistere alla morte dei miei pazienti o per azioni palliative e per infettarmi?". C’è il problema dei tempi - che ormai appaiono ingestibili - della presa in carico dei pazienti in isolamento a quando la malattia progredisce. A spiegare come il modello del ritardare la presa in carico del paziente e concentrare tutti i malati in ospedale si stia rivelando un danno è Mario Balzanelli, presidente nazionale della Società Italiana Sistema 118 (Sis 118): "La linea strategica sanitaria nazionale indica l’ospedalizzazione alla comparsa di affanno (dispnea) e questo per evitare l’ospedalizzazione di un numero troppo alto di pazienti con sintomatologia più lieve. Ma per questi ultimi, che restano a casa in isolamento e che nella maggior parte dei casi vengono trattati quasi esclusivamente con paracetamolo, c’è il rischio crescente di un progressivo peggioramento della funzionalità polmonare con la rincorsa successiva al ricovero quando magari diventa troppo tardi o comunque con condizioni cliniche molto gravi".
"Quando compare la dispnea, infatti, il danno, strutturale e funzionale, del polmone è assai avanzato”, fa presente Balzanelli, “Subito dopo la comparsa di dispnea, come verificato sistematicamente nella nostra esperienza quotidiana, l’insufficienza respiratoria acuta tende a precipitare in tempi rapidissimi, imponendo non solo ossigenoterapia ad alti flussi ma, molto spesso, troppo spesso, il ricovero nelle unità operative di terapia intensiva, con intubazione del paziente, coma farmacologico, e ventilazione meccanica invasiva e con netto peggioramento della prognosi. Intervenire con il ricovero e l’inizio delle cure quando il paziente sia già caduto in una condizione di grave insufficienza respiratoria acuta è, a nostro parere, assolutamente inappropriato, e configura, sul piano clinico, un vero e proprio errore di programmazione e di gestione dell’epidemia". A fare da eco
al presidente nazionale della Società Italiana Sistema 118,
contro un modello di gestione di presa in carico dei pazienti incentrato solo sui ricoveri sono stati anche i medici dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Parliamo di una struttura all'avanguardia con 48 posti di terapia intensiva, al centro della battaglia contro il virus nel bergamasco. In una lettera pubblicata sul New England Journal of Medicine Catalyst Innovations in Care Delivery, scrivono i medici: "A Bergamo l'epidemia è fuori controllo. Il nostro ospedale è altamente contaminato e siamo già oltre il punto del collasso: 300 letti su 900 sono occupati da malati di Covid-19. Più del 70% dei posti in terapia intensiva sono riservati ai malati gravi di Covid-19 che abbiano una ragionevole speranza di sopravvivere".
"Stiamo imparando che gli ospedali possono essere i principali veicoli di trasmissione del Covid-19”, proseguono i 13 medici del Papa Giovanni XXIII nella lettera denuncia, “poiché si riempiono in maniera sempre più veloce di malati infetti che contagiano i pazienti non infetti. Lo stesso sistema sanitario regionale contribuisce alla diffusione del contagio, poiché le ambulanze e il personale sanitario diventano rapidamente dei vettori. I sanitari sono portatori asintomatici della malattia o ammalati senza alcuna sorveglianza. Alcuni rischiano di morire, compresi i più giovani, aumentando ulteriormente le difficoltà e lo stress di quelli in prima linea". Ma a questo punto, tra modelli di intervento, messi in discussione, dubbi e allarmi di focolai in ogni zona d’Italia, cosa propongono i medici, per cercare di bloccare contagi, malati e decessi? Una proposta è legata alla rapidità degli interventi e sulla dotazione tecnologica.
“Cure a domicilio e cliniche mobili per evitare spostamenti non necessari e allentare la pressione sugli ospedali”, scrivono i medici del Papa Giovanni XXIII, “Bisogna creare un sistema di sorveglianza capillare che garantisca l'adeguato isolamento dei pazienti facendo affidamento sugli strumenti della telemedicina. Un tale approccio limiterebbe l'ospedalizzazione a un gruppo mirato di malati gravi, diminuendo il contagio, proteggendo i pazienti e il personale sanitario e minimizzando il consumo di equipaggiamenti di protezione".
“Negli ospedali”, concludono, “si deve dare priorità alla protezione del personale medico. Non si possono fare compromessi sui protocolli. Le misure per prevenire il contagio devono essere implementate in maniera consistente". Dalla città di Bergamo che rimane la più colpita per numero di contagi, di decessi, non sono solo i medici dell’ospedale Papa Giovanni XXIII a parlare di ciò che non va. A scendere in campo è il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, durante una videochiamata con il sindaco di Bari e il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha lanciato un drammatico allarme: "Oggi qui non siamo in grado di portare tutti in ospedale e quindi succede che molte persone muoiono a casa, molte più di quante vengano contabilizzate ogni giorno per il virus. Ho fatto una ricerca mettendo insieme il dato del mio Comune e di altri 12 con i dati dell’anagrafe sui morti e il rapporto è di quattro a uno: per ogni persona che risulta deceduta con diagnosi di Coronavirus ce ne sono altre tre per le quali questo non è accertato ma che muoiono di polmonite".
Cambi di rotta però non se ne intravedono. Ad oggi, anche seguendo gli annunci giornalieri della Protezione Civile, rivela QuiSanità, “sull'acquisto di respiratori e sull'ampliamento delle dotazioni di posti letto di terapia intensiva, sembra che l'approccio all'epidemia continui a concentrarsi sulla presa in carico ospedaliera che dovrebbe essere l'ultima ratio per diversi motivi: attesa di un aggravamento del quadro clinico dei pazienti, mancanza di adeguati dispositivi di protezione individuale per il personale sanitario e possibile insorgere di focolai ospedalieri.
Il contenimento della curva epidemica dovuto al lockdown nazionale sembra al momento funzionare. Ma un approccio unicamente ospedaliero potrebbe risultare ancora più pericoloso al Sud, dove molte regioni non possono di certo contare su quelle dotazioni strutturali che caratterizzano Lombardia, Veneto o Emilia Romagna”. Infine, qualcosa emerge oltre alle terapie intensive, negli ospedali, infatti, si attua dice possibile una sorta di protocollo terapeutico sperimentale con l’utilizzazione di diversi prodotti off label già usati in Cina e ormai in molte altri Paesi toccati dall’epidemia.
Ma sul territorio non c’è nulla di tutto questo. Le uniche indicazioni diramate fino ad oggi per l’assistenza domiciliare ai pazienti Covid sono quelle dell’Istituto superiore sanità, che però si limitano nel dare “Indicazioni ad interim per l’effettuazione dell’isolamento e dell’assistenza sanitaria domiciliare nell’attuale contesto Covid-19”, quindi sull'osservazione dei sintomi per i pazienti in isolamento e sull'attivazione del sistema di emergenza quando la situazione clinica degenera e si rende necessario il ricovero ospedaliero. Infine il capitolo, di speranza di cura farmacologica, per Covid 19, finirà non c’è nulla, ma ci si affida a farmaci usati per altre patologie, che sono presenti sul mercato.
Diversi medici di famiglia iniziano a scambiarsi tra loro protocolli di terapia domiciliare che includono la somministrazione di clorochina e idrossiclorochina che, bloccando l'endocitosi cellulare, che potrebbe ridurre l'ingresso del virus. Non a caso sembra che sia ormai quasi introvabile in farmacia il Plaquenil. Il tutto in attesa del prossimo bollettino della Protezione civile, del picco da superare, e se il distanziamento sociale del stare a casa, funzionerà.
Coronavirus. A Montesilvano oggi una sola vittima e 5 nuovi casi positivi
La Asl di Pescara ha comunicato un aumento di 5 casi positivi al Covid-19, relativi a cittadini di Montesilvano. Salgono così a 75 le persone contagiate, di cui 57 ricoverati. Si registra un solo decesso, un’aziana di 83 anni ricoverata all’ospedale di Chieti. Le vittime salgono a 10.
Il sindaco questa mattina ha fatto visita al comando della polizia locale per ringraziarli del lavoro, che gli uomini, guidati dal comandante Nicolino Casale, stanno compiendo in questi giorni di emergeza.
“Come ormai da due settimane nel resoconto giornaliero si alternano notizie positive ed altre afferma il sindaco -, purtroppo, davvero tristi. Se da un lato il numero dei positivi è salito di sole 5 unità e se possiamo gioire per alcuni nuovi nati nella nostra città oltre che per i notevoli miglioramenti da parte dei nostri concittadini in lotta con il Covid-19, dobbiamo di contro registrare un’altra perdita. Una donna di 83 anni ricoverata all’ospedale di Chieti ci ha lasciti. Alla famiglia e ai suoi cari giungano, anche a nome della città, le mie più sentite condoglianze. Restiamo uniti nella lotta e nella preghiera. Questi sono giorni davvero cruciali e solo perseverando nel rispetto delle dovute misure si potrà uscire da questo incubo. Voglio ancora una volta ringraziare quanti con me stanno lavorando quotidianamente per assicurare alla città controlli e assistenza. In modo particolare ringrazio oggi il corpo della nostra polizia locale che, nonostante le tante difficoltà legate all’organico, con coraggio e abnegazione sta monitorando e rassicurando il territorio”.
Al Centro operativo comunale sono arrivate 60 chiamate, 42 sono state le consegne di farmaci e spesa a domicilio effettuate dai volontari di Protezione civile e Croce rossa.
La polizia locale nella giornata ha effettuato 150 controlli alle uscite dei supermercati, verificando file ordinate e persone con i carrelli. Svolti anche numerosi controlli sul territorio. Sono stati effettuati 3 verbali a due donne che portavano a spasso i cani nella propria auto e a un uomo che passeggiava sulla battigia. Domani sono previste verifiche alle tabaccherie.
Il sindaco Ottavio De Martinis nel pomeriggio ha telefonato a Roberta, la 40enne residente nella zona della Colonnetta, positiva al Covid-19, diventata mamma il 23 marzo scorso. Il bambino è risultato negativo al contagio, ma dovrà stare ancora qualche giorno in ospedale sotto osservazione.
“Una bella notizia che ci riempie di gioia, una luce in mezzo alla tempesta di questi giorni – afferma il sindaco De Martinis - che ci ridona speranza e ci commuove. Il piccolo Marzio sta bene e sarà seguito nella stessa struttura ospedaliera dov’è nato. Mi sono sincerato delle condizioni di entrambi e ho comunicato alla neo mamma i numeri di riferimento del Coc e della raccolta differenziata, offrendo la nostra disponibilità per questo periodo di quarantena. A questa famiglia, ma anche alle mamme, che in questo periodo di emergenza con coraggio hanno dato alla luce una nuova vita vanno i miei più cari auguri”.
Leggi Tutto »Emergenza Coronavirus, il PD Abruzzo incontra sindacati, imprese e associazioni di categoria
“Questa mattina abbiamo tenuto un importante incontro con le parti sociali, con le quali abbiamo convenuto sul merito e sul metodo delle scelte da fare per fronteggiare questa pesante emergenza economica. Ci siederemo al tavolo regionale solo se queste saranno pienamente coinvolte - così il capogruppo regionale PD Silvio Paolucci e il segretario PD Abruzzo Michele Fina che chiedono - Si snelliscano i tempi e le procedure per cogliere rapidamente le risorse del Governo centrale, bypassando approcci propagandistici e spaccature nella maggioranza che rischiano di paralizzare anche questa attività legislativa: questo deve fare il progetto di Legge n. 106/2020, sui “Principi per l’adozione da parte della Regione di misure straordinarie ed urgenti per l’economia e l’occupazione”, che il Consiglio regionale dovrà esaminare a giorni”.
Il ruolo della parti sociali è decisivo sottolineano Paolucci e Fina. “La Regione segua l’esempio del Governo e delle altre Regioni e stabilisca un tavolo condiviso con loro per fare scelte davvero utili e incontestabili – suggeriscono – un “Tavolo di concertazione dell’Economia e del Lavoro”, a guida dell’esecutivo e a costo zero per l’Ente, ma che metta insieme le associazioni di categoria più rappresentative a livello nazionale di tutti i settori economici, sindacati, Camere di Commercio, ABI Abruzzo, l’ARAP, ANCI e i rappresentanti del Consiglio Regionale. Non servono altri luoghi, come il ventilato Gruppo di Lavoro. Per prima cosa la maggioranza deve dirci qual è il testo del progetto di legge, in quanto la Lega ha presentato un emendamento integralmente sostitutivo inaccettabile e che ha fatto girare a vuoto anche le parti sociali convocate per lunedì, solo dopo una loro netta presa di posizione. La legge deve essere utile e snella e va ricordato che la riprogrammazione delle risorse si può fare già da subito senza la norma che allunga al contrario i tempi, in quanto l'Europa si sta già dotando di strumenti e tempi molto più agili di quanto previsto dalla norma regionale depositata. E’ il momento del coraggio e dell’ascolto di tutti i contributi utili. Il PD è disponibile a fare la sua parte perché famiglie e imprese siano tutelate, ma questo testo genera tante perplessità. Alle imprese bisogna dare risorse e provvedimenti snelli e tempestivi, allargando l’accessibilità ai benefici, che nella Pdl sembra essere invece ridotti. E siamo anche l'ultima regione per quanto riguarda gli accordi circa gli ammortizzatori sociali. Bisogna rispondere, velocemente e decisamente, al vero e proprio grido di allarme che arriva dal mondo del lavoro In tal senso gli emendamenti già presentati dal Pd riguardano il dimezzamento dei tempi delle procedure amministrative, l'attivazione per gli ammortizzatori per quanto non previsto dalle norme nazionali, nuovi investimenti per lo "SmartWorking" e la riprogrammazione di ulteriori risorse – concludono Fina e Paolucci – Ma la condivisione sarà l’unica strada possibile per contribuire tutti alla ripresa e per creare un orizzonte vicino per l’Abruzzo, dopo il Coronavirus”
Leggi Tutto »La denuncia di Confesercenti e Confcommercio: i negozi rischiano di non riaprire e la Regione pensa a nuovi centri commerciali
--
Leggi Tutto »Fossacesia: pagamento tari scadenze maggio e novembre
Il pagamento delle rate relative alla Ta.Ri. 2020 (tassa sui rifiuti) da versare al Comune di Fossacesia e destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti potrà essere versato nel prossimo mese di maggio (prima rata), e novembre (seconda). “Si terrà comunque conto del periodo di eccezionale difficoltà che le attività produttive e le famiglie devono affrontare a causa dell’emergenza Coronavirus nella speranza che il propagrsi del virus cessi. Qualora la situazione non dovesse subire un radicale cambiamento prenderemo le decisioni opportune per venire incontro ai nostri cittadini – ha dichiarato il Sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giusepantonio.
Leggi Tutto »