Adiconsum crea fondo di prevenzione contro l’usura

Il Fondo di prevenzione del sovraindebitamento e dell’usura, gestito da Adiconsum (Associazione difesa consumatori aderente al sindacato Cisl) su incarico del ministero dell’Economia e Finanze, ha deliberato un prestito di 70.000 euro “anticipando” gli strozzini e salvando dal cappio dell’usura tre famiglie: due residenti in provincia Pescara, una in provincia di Chieti.

 “La famiglia residente nelle vicinanze del capoluogo adriatico – coniugi di 53 e 46 anni con tre figli a carico, di cui uno invalido, casa di proprietà, condizioni economiche di base non molto buone, da tempo segnalata in Crif – a causa della consistente riduzione del reddito da lavoro dipendente di uno dei componenti, non è più riuscita a pagare le rate di due vecchi finanziamenti, finendo per accumulare un debito di oltre 27.000 euro e ricevere decreto ingiuntivo. Lo sportello antiusura, dopo una serrata e faticosa trattativa con i creditori, ha dapprima ottenuto la riduzione del debito a 15.000 euro, e attraverso lo speciale Fondo Antiusura lo ha estinto. La famiglia potrà rimborsare il prestito in sette anni (84 rate) lasciandosi alle spalle l’insopportabile peso del sovra indebitamento, anticamera dell’usura”, affermano i referenti dell’Adiconsum  Abruzzo.

“L’altra famiglia residente nel pescarese – coniugi di 56 e 54 anni con figlio a carico, casa di proprietà, in precarie condizioni economiche di base, segnalata in Crif – ha accumulato negli anni debiti per oltre 25.000 euro, nonostante gli inutili tentativi di arginarli. Una serie di concatenati imprevisti: dalla spesa per cambiare la vecchia automobile (dopo aver buttato via tanti soldi nell’inutile tentativo di ripararla), alle spese molto alte per dentista e condominio (rifacimento di tetto e facciata), ha infatti mandato in corto circuito il bilancio famigliare portandolo alla paralisi. Hanno aggravato la situazione già complicata, alcuni debiti contratti negli anni sia con l’agenzia delle entrate, sia con la regione Abruzzo per il bollo auto. Lo sportello Adiconsum-Cisl, attraverso lo speciale Fondo Antiusura, ha estinto il debito liberando la famiglia dall’oppressione del sovra indebitamento e dal rischio usura. Il prestito di 25.000 euro indispensabile per risanare il bilancio famigliare e restituire fiducia nel futuro, sarà dalla famiglia rimborsato in 10 anni (120 rate).  La famiglia residente nella provincia di Chieti -coniugi in pensione entrambi di 69 anni con figlia di 43, casa di proprietà, solide condizioni economiche di base, segnalata in Crif- quando si è rivolta allo sportello antiusura Adiconsum-Cisl, aveva incredibilmente accumulato debiti per circa 34.000 euro. I colloqui preventivi con l’operatrice dello sportello antiusura, hanno evidenziato la dipendenza da gioco di uno dei due coniugi, divenuto nel tempo abituale frequentatore di slot machine. L’iniziale passatempo allegro e divertente e soprattutto di facile utilizzo, si è a mano a mano trasformato in una dispendiosissima malattia, una piacevole “prigione”, che hanno corroso la stabilità economica costringendo la famiglia ad accendere, uno dopo l’altro, ben nove finanziamenti tra banche e finanziarie. Lo sportello antiusura, dopo aver ottenuto dai creditori la parziale riduzione dei debiti, li ha estinti con un versamento complessivo di 30.000 euro attraverso lo speciale Fondo Antiusura. La famiglia -a cui lo sportello ha chiesto l’impegno a rivedere il proprio stile di vita in un’ottica di sobrietà-, potrà rimborsare il prestito in sette anni (84 rate), recuperando alla normalità la propria esistenza altrimenti destinata a finire nell’orbita degli usurai. L’intervento del Fondo Antiusura ha consentito il reinserimento sociale di queste tre famiglie, emarginate a causa dei debiti e finite nell’elenco dei cattivi pagatori, scongiurando il pericolo di cadere nella trappola rovinosa dell’usura. Il Fondo antiusura con quest’ultimo intervento, ha erogato in Abruzzo prestiti per 1 milione 208.000 euro. Il Fondo si rivolge alle famiglie che si trovano in difficoltà economica e che non sono più in grado di coprire tutte le uscite con proprie entrate, o rispettare gli impegni finanziari precedentemente assunti o, nei casi più gravi, sostenere le spese necessarie per il sostentamento del nucleo familiare (vitto, fitto, rate del mutuo, bollette, spese sanitarie, prestiti, ecc.). Le difficoltà economiche preesistenti, appesantite dall’emergenza sanitaria, sempre più spesso determinano il ricorso al credito illegale, innescando una spirale di aggravamento della posizione debitoria che genera esclusione sociale e disagio psicologico, fino a sfociare, nei casi più gravi, in gesti estremi come il suicidio. Il Fondo antiusura può attualmente garantire finanziamenti agevolati (al tasso del 2%) di importo massimo fino 30.000 euro, con rientri ordinariamente fino a sette anni, che possono crescere fino a 50.000 euro con scadenza decennale. Il rimborso dei prestiti deve avvenire entro il settantacinquesimo anno di età. Un apposito Comitato di esperti valuta le domande di accesso ricevute dal Fondo, seguendo specifici criteri stabiliti dal Regolamento attuativo della Legge: effettivo stato di bisogno del richiedente e serietà della ragione dell’indebitamento; capacità di rimborso del finanziamento concesso, dimostrato da reddito documentabile; entità dell’importo complessivo debitorio a carico del richiedente che deve rientrare entro i limiti di garanzia; impossibilità di accesso al credito legale a causa di segnalazione negativa presso i sistemi di informazione creditizia (Crif, Ctc, Experian). Soffermandosi ad analizzare le cause dell’indebitamento, secondo quanto dichiarato dai soggetti sovraindebitati che hanno richiesto l’accesso al Fondo, noteremo che oltre un terzo delle famiglie, ovvero il 36,3%, ha subito la perdita del posto di lavoro di un componente, oppure una diminuzione del reddito, mentre una quota pure rilevante, pari al 13,1%, si è impoverita a causa della separazione o divorzio. È sorprendente e addirittura sconcertante che il 14,6% dei richiedenti dichiari di essere caduta in situazione di indebitamento a causa di spese sanitarie e assistenziali: la malattia acuta o cronica e la non autosufficienza di un membro, purtroppo, laddove il sistema sociosanitario è in difficoltà a garantire le prestazioni necessarie, costituiscono una seria minaccia per la stabilità economica della famiglia, una situazione che anche recenti indagini del Censis hanno chiaramente evidenziato, delineando i contorni di una crescente “povertà sanitaria”. Sostenere di tasca propria le spese per esami diagnostici e cure non differibili, che il SSN non riesce a garantire in tempi ragionevoli; oppure spesare i servizi necessari in caso di grave non autosufficienza, come il ricovero in RSA in regime privato o l’assunzione di badanti domiciliari con copertura h24, è difficilmente sostenibile per una famiglia anche di reddito medio. Va inoltre ricordato che gli anziani, oltretutto diventati àncora di salvataggio per figli in difficoltà economiche, costituiscono una quota rilevante delle famiglie italiane in condizioni di povertà assoluta e relativa, con conseguenti situazioni di deprivazione multidimensionale, tra cui segnatamente la povertà energetica, la deprivazione alimentare e lo scarso accesso alle cure e ai farmaci fuori delle prestazioni esenti da contribuzione, tutte con effetti negativi sulla salute, sul benessere psico-fisico e sulla qualità della vita. Rappresentano invece una minoranza dei casi le situazioni di sovraindebitamento dovute a qualche forma di dipendenza (stupefacenti, gioco d’azzardo patologico, shopping compulsivo) o alla sopravvalutazione della capacità di reddito: è verosimile che questo dato sia in qualche misura sottostimato, stante la possibile reticenza dei richiedenti ad ammettere una responsabilità nel determinarsi della situazione, anche magari nel timore di incorrere nella disapprovazione e nel rifiuto dell’assistenza. Cresce inoltre, la massa dei debiti contratti dalle famiglie rivoltesi allo sportello antiusura: appena il 15,4% dei casi esaminati presentava un debito complessivo inferiore a 10.000 euro, mentre il 44,2% era compreso tra 10 e 30 mila euro e un 17,2% tra 30 e 70 mila euro. Eloquente è risultata la percentuale dei richiedenti, ben il 23,2%, che presentava un debito estremamente elevato, oltre i 70.000 euro, quasi un quarto del totale; per questi nuclei familiari, a causa dell’elevato importo, non è in alcun caso stato possibile l’accesso al Fondo. Il sovraindebitamento delle famiglie, anticamera dell’usura, come risulta da tutte le relazioni ed atti, nazionali e regionali, riveste dunque una portata di grande, crescente e drammatica attualità, dalla cui soluzione e/o mitigazione dipendono la trasparenza e l’equilibrato sviluppo del nostro sistema economico-finanziario, nonché la stessa coesione sociale della comunità abruzzese, fondata, principalmente, sul tessuto connettivo sano delle famiglie e delle imprese. Affrontare e risolvere il complesso problema relativo al sovraindebitamento e all’usura, richiede un approccio multidisciplinare e l’impegno di tutti”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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