Parco didattico del Lavino, D’Ascanio: dalla Provincia di Pescara miopia strategica.

“Il progetto relativo al “Parco Didattico del Lavino”, intervento finanziato dalla passata Giunta regionale di centro-sinistra per 3,5 milioni di euro (all’interno del programma di fondi pubblici Masterplan) emerge finalmente dagli uffici della Provincia di Pescara subito denotando, tuttavia, evidenti elementi di debolezza e di miopia strategica che prefigurano un utilizzo non ottimale delle risorse. Lo afferma Alessandro D’Ascanio,  esponente del Partito Democratico e Sindaco di Roccamorice. 
“Sono almeno quattro i profili di criticità:
1. Squilibrio nella distribuzione interna delle risorse con una concentrazione unilaterale verso la costruzione di una ciclovia e il risanamento parziale del fiume Lavino, a detrimento del recupero degli elementi di archeologia industriale nell’area degli opifici e delle miniere (autentico elemento di originale caratterizzazione identitaria dell’area);
2. Eccessiva concentrazione di fondi per la realizzazione di interventi di natura ambientale, che avrebbero dovuto viceversa essere realizzati per il tramite di risorse espressamente deputate alla difesa del suolo, liberando in tal modo fondi per la valorizzazione turistica di altri elementi caratterizzanti (edifici storici, aree industriali esterne, aree prospicienti le miniere, costruzione di apparati didascalici e didattici per una fruizione culturale ed “esperienziale” del sito);
3. Mancata previsione di risorse e modalità organizzative deputate alla gestione del sito ( si pensi solo alla cura della pista ciclabile in terra battuta) e dubbi circa la natura patrimoniale dello stesso, con conseguente incertezza circa l’Ente pubblico competente per i profili di gestione, successiva valorizzazione e sicurezza; 4.
Mortificante riduzione delle risorse destinate all’area delle miniere, con la previsione di un recupero superficiale dei sentieri (circa il 3% dei fondi) che non potrà risolvere il tema della sicurezza dei medesimi, senza valorizzazione alcuna dei reperti minerari di varia natura presenti in loco e senza alcuna connessione con le altre risorse turistiche presenti nell’area della Maiella, caratterizzata da flussi di presenza già molto elevati. In definitiva, si palesa come evidente un’impostazione inadeguata dell’intervento, questo dal punto di vista dell’indirizzo amministrativo, con la mera realizzazione di un asse di penetrazione parziale, a rischio di cattiva manutenzione, che condurrà a luoghi non valorizzati, con un utilizzo non ottimale di un fondo concepito per lo sviluppo turistico di un’intera area territoriale”.

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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