Spoltore dedica il belvedere a Giulio Gaist

Il Belvedere di Spoltore è diventato Largo Giulio Gaist. Il neurochirurgo emiliano era molto legato a Spoltore, dove amava passare le vacanze estive, e in città molti lo ricordano. “Durante gli ultimi giorni di mio padre” ha ricordato il sindaco Luciano Di Lorito “ci recammo da lui per un consulto. Era sempre disponibile. Forse la città di Spoltore lo ricorda con ritardo, ma egoisticamente ne sono felice perché ha dato a me l’occasione di avere questo onore. A Bologna ho scoperto che gli era stato dato, tra i tanti, anche il titolo di “primario emerito””. Ieri (27 agosto 2021) all’intitolazione assieme al primo cittadino c’erano Maria Antonietta Di Marzio in Gaist, l’amico e collega Franco Ragonesi, ex direttore dell’ospedale Bellaria, il presidente del consiglio Lucio Matricciani, assessori e consiglieri. Maria Antonietta, molto emozionata, si è complimentata con l’amministrazione comunale per il luogo dedicato al marito. Ragonesi ha spiegato l’importanza di Gaist nel mondo della medicina: “la sua è stata una personalità straordinaria, che ha lasciato una traccia notevole. La neurochirurgia era vista come una innovazione non da tutti apprezzata. Le novità nel mondo della sanità sono spesso avversate dalle corporazioni, era così anche a Bologna dove pure c’era e c’è una realtà sanitaria all’avanguardia. Gaist era un chirurgo generale, ma la notte, prendendo molti caffè ed esercitandosi su cadaveri acquisì la manualità necessaria per la neurochirurgia. Erano altri tempi, oggi non sarebbe più possibile: per molti anni è stato il primo al mondo nel suo lavoro, e ha avuto tanti riconoscimenti, nonostante la sua umiltà e il suo tentativo di non apparire. Non coltivava le relazioni, ma lavorava e lavorava. Importante sostenitore del servizio sanitario, operava solo in ospedale. La sua integrità ha fatto sì che venisse apprezzato anche come persona e uomo. Dalla città di Bologna ottenne l’archiginnasio d’oro: mai quel premio era andato a un medico prima di lui. Oggi gli è intestata una via a Bologna: ma non una qualsiasi, è la strada che circonda l’ospedale che tutti conoscono volgarmente come Bellaria. Questo perché non è stato possibile dedicare a lui la struttura, intestata a Carlo Alberto Pizzardi per volontà della donazione testamentaria che ne ha reso possibile la nascita. Altrimenti anche l’ospedale porterebbe il suo nome”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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