Ripensare il rapporto uomo-natura e far si’ che l’Abruzzo ‘rinasca’ regione verde d’Europa comprendendo ed evitando quegli “errori fatali” che hanno portato alla distruzione degli habitat e puntato su “modelli di sviluppo ormai superati (cemento, petrolio e discariche), il cui inquinamento ha contaminato le basi della nostra salute”. Perche’ questo accada, “occorre un’azione coordinata dai Parchi nazionali, eccellenze di conservazione riconosciute a livello internazionale, con il pieno coinvolgimento delle aree protette regionali”, che passa per inevitabilmente per la mobilita’ sostenibile. Quello del Wwf e Legambiente Abruzzo, per voce rispettivamente della delegata abruzzese Filomena Ricci e il presidente locale Giuseppe Di Marco, non e’ solo un auspicio, ma un vero e proprio invito alle istituzioni e la politica in generale perche’ comprendano, cosi’ come tutti i cittadini, la lezione che questa pandemia, ora che ci si avvicina alla Fase 2, ha lasciato, riuscendo a mettere “in crisi – si legge in una nota congiunta – la nostra civilta’ e quelle che erano le colonne: democrazia, capitalismo e globalizzazione”. Ripartire vuol dire quindi, proseguono, mettere “al centro il valore della vita e modelli economici, sociali e ambientali sostenibili, volti a superare poverta’ e disuguaglianze”
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