Un sarcofago di marmo di epoca romana fa finire sotto processo Enzo Angelini, ex titolare della clinica Villa Pini. Il sarcofago e’ fra i beni dell’ingente patrimonio personale che ad Angelini venne sequestrato dopo la dichiarazione di fallimento delle sue societa’ che formavano la galassia Villa Pini, a meta’ del 2010: un bene che come gli altri della sua collezione era finito in una vendita all’asta. Ma a bloccare l’operazione intervenne la Soprintendenza per i Beni archeologici di Chieti e cosi’ la Procura della Repubblica di Roma fece sequestrare il sarcofago che era custodito a custodito in un centro orafo: contestando ad Angelini l’accusa di ricettazione, poiche’ il bene, che l’imprenditore aveva acquisito da un privati, sarebbe oggetto di scavi clandestini ed illeciti e per aver conservato per se’ il reperto archeologico, non consentendo all’autorita’ amministrativa di compiere gli opportuni accertamenti. Accuse che sono costate ad Angelini un decreto di citazione diretta a giudizio davanti ai giudici della Capitale
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