Con un’ordinanza del Tribunale dell’Aquila, è stata disposta la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno per 3 anni nel comune di residenza nei confronti di due coniugi, un 31enne e una 23enne, entrambi di Pescara identificati come presunte figure apicali nella gestione di una piazza di spaccio nel quartiere Rancitelli.
Un’indagine, condotta dalla Procura della Repubblica di Pescara e avviata a seguito di una segnalazione fatta dalla sezione del Nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri di Pescara, ha svelato la pericolosità sociale dei soggetti. Le attività investigative hanno rivelato che lo spaccio avveniva in un alloggio popolare in via Lago di Capestrano e aveva raggiunto livelli imponenti, con un flusso di acquirenti stimato in oltre 150 persone al giorno.
L’organizzazione avrebbe stabilito le modalità di cessione dello stupefacente, definiva i turni, era attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e si avvaleva di un sistema di videosorveglianza per monitorare l’area e una cancellata in ferro per agevolare la consegna della droga attraverso le grate. Considerata la caratura criminale dei soggetti e la loro pericolosità sociale, trattandosi di figure apicali nella gestione di una piazza di spaccio, oltre alla misura di prevenzione personale, il Tribunale ha disposto la confisca di beni mobili registrati a loro nome, tra cui diversi autoveicoli, a seguito di una sproporzione accertata tra i redditi dichiarati e il patrimonio disponibile. Le indagini patrimoniali avrebbero evidenziato come il tenore di vita elevato, caratterizzato da noleggi di auto di lusso, un matrimonio sontuoso pagato in contanti, 15mila euro per un pranzo con 150 partecipanti, e ingenti disponibilità finanziarie, non fosse giustificabile con le entrate lecite dichiarate. La Procura della Repubblica di Pescara ha evidenziato come i reati commessi avrebbero prodotto redditi illeciti stimati in circa 5mila euro al giorno. I coniugi sono stati condannati anche al pagamento delle spese del procedimento.