Coronavirus, speranze dall’utilizzo dei nuovi farmaci a Chieti

Sembrano funzionare i cosiddetti ‘farmaci innovativi’ nella cura del coronavirus: 4 pazienti sono stati dimessi nelle ultime 24 ore dalla Clinica di Malattie infettive dell’ospedale di Chieti. Ieri sono tornati a casa due uomini di 50 anni, trattati con il Tocilizumab, che contiene molecole impiegate nella cura dell’artrite reumatoide. Oggi sono state dimesse una donna di 62 anni e un uomo di 87, trattati con Idrossiclorochina, indicata nel trattamento dell’artrite reumatoide, e con il Lopinavir, utilizzato nelle infezioni da Hiv. Nei giorni scorsi un altro paziente aveva potuto lasciare il reparto grazie all’uso del Tocilizumab. 

Sono 14 oggi le persone in cura nel reparto di Malattie infettive del “SS. Annunziata”: i posti lasciati liberi sono stati subito occupati da nuovi pazienti. Altri 20 si trovano in Terapia intensiva, 14 nella Pneumologia subintensiva, 3 nella Cardiologia subintensiva e 105 a Medicina, per un totale di 156 pazienti ricoverati nell’area Covid dell’Ospedale di Chieti. Una settimana fa, il 25 marzo, erano 119. 

“La nostra esperienza, per quanto limitata, conferma quanto presente in letteratura – spiega il responsabile della Clinica, Jacopo Vecchiet, ordinario di Malattie infettive all’Universita’ ‘d’Annunzio’ Chieti-Pescara – appare evidente che l’inizio della terapia in fasi precoci evita la progressione della malattia che puo’ anche portare a forme gravissime di insufficienza respiratoria. I due pazienti dimessi ieri, ad esempio, uno dei quali era in condizioni particolarmente compromesse al punto da essere stato trattato per alcuni giorni con ventilazione assistita, sono arrivati in ospedale nelle prime fasi della malattia: abbiamo potuto somministrare il Tocilizumab al momento giusto, con il risultato di una maggiore efficacia del trattamento”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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