Denunciato un ristoratore che tiene aperto il locale per protesta

Prima un provvedimento di chiusura di due giorni, poi di cinque, infine l’ultimo di trenta, disposto il 28 gennaio scorso dal prefetto di Chieti per inosservanza dei due precedenti. Ora per il locale il gip del tribunale di Lanciano Massimo Canosa ha disposto il sequestro preventivo penale. Ma il titolare, continua nella sua disobbedienza civile in adesione al cartello #ioapro che contesta in tutta Italia la disposizione del Dpcm che bloccava il settore ristorazione. “Riapro lo stesso e voglio essere arrestato – commenta l’imprenditore, che e’ stato denunciato – Saro’ il primo ristoratore a finire in galera per difendere il suo diritto a lavorare”. Il gip motiva il provvedimento di sequestro, chiesto dalla Procura di Lanciano, con la violazione delle norme sanitarie anticovid contenute del Dpcm. I sigilli al locale sono stati apposti oggi dagli agenti del Commissariato, diretti dalla dirigente Lucia D’Agostino. Contro i provvedimenti ammnistrativi e penale i legali del ristoratore annunciano ricorso. Nonostante i divieti del Dpcm, e’ rimasto aperto ospitando regolarmente clienti i quali, in tal modo, hanno voluto dimostrare solidarieta’. Nei giorni scorsi nel locale e’ stato festeggiato anche un ristretto pranzo di nozze e diversi avventori sono giunti dalle Marche e dal Teramano. “Continuero’ la mia battaglia” conclude il ristoratore.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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