I bambini della cosiddetta “famiglia nel bosco” di Palmoli dovranno essere ascoltati nuovamente dal Tribunale per i minorenni dell’Aquila, in condizioni tali da garantire l’assenza di condizionamenti da parte dei genitori. È quanto stabilisce la Corte d’Appello dell’Aquila, che due giorni fa ha respinto il ricorso presentato contro l’ordinanza di sospensione della responsabilità genitoriale e il conseguente allontanamento dei minori in una casa famiglia.
Nel provvedimento i giudici sottolineano che “l’ascolto dei minori dovrà essere rinnovato con la partecipazione di un interprete e all’esito della maturazione delle condizioni che consentono ai minori di esprimersi liberamente al riparo da potenziali condizionamenti dei genitori o delle altre controparti”. La Corte chiarisce inoltre che “l’audizione non è affatto un atto istruttorio, ma un diritto del minore attraverso il quale è assicurata la libertà di autodeterminarsi e di esprimere la propria opinione”.
Tra le motivazioni del rigetto del ricorso viene richiamata anche una criticità sanitaria: i giudici evidenziano “una bronchite acuta con broncospasmo non segnalata e non curata dai genitori”, riscontrata in uno dei tre figli. La stessa Corte d’Appello ha rinviato ai giudici minorili le valutazioni sulle istanze presentate dai legali della coppia, Catherine Birmingham e Nathan Trevallion, per il ricongiungimento familiare. Dopo l’udienza del 4 dicembre al Tribunale per i minorenni dell’Aquila, i magistrati si sono riservati la decisione, attesa nei prossimi giorni.
Nelle 23 pagine dell’ordinanza firmata dalla presidente Nicoletta Orlandi emerge un quadro articolato. Da un lato vengono riconosciuti alla famiglia “apprezzabili sforzi di collaborazione” e la volontà di superare “il muro di diffidenza” inizialmente mostrato; dall’altro restano aperte criticità sul piano sanitario e scolastico. La Corte conferma la possibilità di ricorrere all’istruzione parentale, ma rileva l’assenza di documentazione per il primo anno scolastico della figlia maggiore e solleva dubbi sui certificati prodotti. In particolare, viene evidenziato che “le valutazioni di idoneità contrastino in modo eclatante con le condizioni di istruzione verificate dopo l’inserimento in casa famiglia, ove è emerso che la bambina non sa leggere e scrivere, né in inglese né in italiano”.
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