Inchiesta sulla ricostruzione, avviati gli interrogatori

Si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere il geometra del Mibact, Lionello detto Lello Piccinini, il primo dei 10 arrestati ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “L’importante e’ partecipare” della procura della Repubblica del capoluogo, su tangenti negli affidamenti di 12 appalti pubblici gestiti dal beni culturali d’Abruzzo. Lo ha reso noto il suo legale, l’avvocato Marco De Paulis, al termine del breve confronto con i magistrati che si spinge a sottolineare la correttezze dell’operato del suo assistito. “Ci siamo avvalsi della facolta’ di non rispondere perche’ non abbiamo avuto ancora accesso alla documentazione. Quando la avremo, Ci sara’ un’attenta analisi di tutte le carte, e chiederemo noi un interrogatorio, dove faremo emergere l’ assoluta correttezza delle procedure. in questa fase, ripeto, non abbiamo avuto la possibilita’ di dare chiarimenti e di rispondere”. Il legale spiega che “il mio assistito e’ tranquillo perche e’ convinto dell’ onesta’ del suo operato. Tutto del resto e’ documentalmente riscontrabile. Ci sono i verbali delle gare, ci sono i testimoni che assistono alle procedure”. In relazione alla intercettazione che dimostrerebbero che Piccinini conta i soldi in auto, il legale spiega “l’intercettazione dell’automobile che noi abbiamo letto e’ l’interpretazione fatta dalla procura sulla base di un brogliaccio relativo ad una richiesta di misura cautelare. L’intercettazione andra’ letta per intero. Ed anzi gia’ da una prima analisi si evince che la vera ricostruzione non coincide con quella fatta dalla Procura”

Dopo Piccinini, si sono avvalsi della facolta’ di non rispondere anche tre dei quattro arrestati ai domiciliari sentiti oggi negli interrogatori di garanzia nell’ambito dell’inchiesta della procura della repubblica dell’aquila su presunte mazzette in 12 appalti pubblici gestiti dai Beni Culturali d’Abruzzo. Nell’inchiesta sono complessivamente 35 gli indagati. Chi e’ rimasto con la bocca cucita ha motivato la scelta con la necessita’ di studiare il voluminoso materiale delle indagini. A palazzo di giustizia all’ Aquila sono sfilati davanti ai magistrati Berardino Di Vincenzo, ex segretario generale del Mibact ed elemento centrale delle indagini, difeso dall’avvocato Emilio Bafile; Marcello Marchetti, architetto del segretariato Mibact, difeso dal legale Francesca Caccia; Antonio Zavarella, presidente della commissione di collaudo del Teatro comunale, difeso dagli avv. Angelo Pace e Antonella Di Nino. Questi tre indagati hanno taciuto. Ha parlato invece Leonardo Santoro, geometra della cooperativa l’internazionale vincitrice dell’appalto del teatro comunale dell’Aquila, protagonista della telefonata intercettata con l’imprenditore barese Vito Giuseppe Giustino, suo titolare, che rideva al pensiero di nuovi appalti in seguito al terremoto del centro Italia, in particolare amatrice. Santoro e’ difeso da Stefano Rossi

“Ci avvarremo della facolta’ di non rispondere. Il deposito degli atti c’e’ stato solo venerdi’ scorso. Sono otto faldoni, tenuto conto della complessita’ dell’ inchiesta, non c’era tempo per predisporre la difesa”, ha spiegato Bafile che alla domanda sulle condizioni del suo assistito, ai domiciliari con i figli Giancarlo e Federica, indagati, spiega: “Lo stato d’animo del mio assistito e’ molto particolare. Tenete conto che e’ stato raggiunto da un procedimento penale quando era gia’ in pensione, dopo aver gestito per tanti anni tutte le attivita’ di sua competenza’. Un grande dispiacere dopo aver ben operato in tutti questi anni. E’ un’inchiesta che per di piu’ riguarda anche i suoi due figli, architetti anche loro. Ma siamo pronti a dare tutti i chiarimenti, come gia’ fatto negli interrogatori del filone madre quello di Palazzo Centi. Abbiamo fatto istanza questa mattina per avere copia dei cd. La cancelleria non e’ stata in grado di darci materiale”. Anche l’avvocato Caccia, all’uscita dall’interrogatorio, chiarisce; “Risponderemo non appena avremo contezza delle carte. E decideremo che strada percorrere. Prima di parlare con il magistrato non dichiariamo altro”

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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