Istat, nel 2020 crescono il riciclaggio dei rifiuti e la raccolta differenziata

Nel 2020, la caduta dei consumi delle famiglie, legata alle azioni di contrasto alla diffusione della pandemia, ha contribuito a una consistente riduzione dei rifiuti urbani per abitante, che hanno raggiunto i 487 chilogrammi pro capite (-3,2% rispetto al 2019), un valore inferiore a quelli dell’Ue27 e delle principali economie europee (ad eccezione della Spagna). E’ quanto rileva il Rapporto sui Sustainable Development Goals (Sdgs) dell’Istat nell’analisi del Goal 12. Nel 2020 si segnalano avanzamenti nei processi di gestione e di riconversione in nuove risorse dei rifiuti. Aumentano il tasso di utilizzo circolare dei materiali (21,6%; + 2,1 punti percentuali rispetto all’anno precedente), la percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani (54,4%; +1,1 p.p.) e la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani (63,0%; +1,7 p.p.). Il nostro Paese si colloca, nella graduatoria europea, al quarto posto per il tasso di utilizzo circolare dei materiali e al sesto per il tasso di riciclaggio. Nel 2020, in Italia, le attività produttive hanno generato 9,8 milioni di tonnellate di rifiuti speciali pericolosi, registrando un calo del 3% rispetto al 2019. La produzione di rifiuti speciali pericolosi è tuttavia in crescita rispetto al 2014, così come è in aumento il rapporto tra rifiuti speciali pericolosi e Pil. Nel biennio 2019-2020, si rilevano segnali positivi dalla Pubblica Amministrazione, che aumenta la quota di acquisti che rispettano i criteri ambientali minimi. Per contro, si riduce la percentuale di istituzioni pubbliche che adottano forme di rendicontazione sociale e/o ambientale. Nel triennio 2018-2020, quasi quattro imprese su 10 hanno sviluppato innovazioni in grado di generare effetti positivi sull’ambiente.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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