Morto il terzo speleologo disperso alle pendici della Majella

E’ stato recuperato senza vita il terzo speleologo coinvolto sabato in un incidente nella Risorgiva di Roccamorice, in provincia di Pescara, alle pendici della Majella. La vittima, 42 anni, è un geologo dello Speleo Club di Chieti. A causare il tragico avvenimento sarebbe stata una piena che gli esploratori non sono riusciti a prevedere in tempo. Per liberare i sifoni, ovvero i passaggi allagati, i soccorritori hanno lavorato con le idrovore. Secondo una prima ricostruzione i tre, appena si sono accorti della piena d’acqua, hanno provato a risalire il budello di roccia. I primi due sono riusciti a passare, tanto da essere messi in salvo prima che calasse la notte dagli esperti del Cnsas. Scossi e provati, ma vivi, sono stati portati in ospedale per accertamenti. Il terzo avrebbe invece sbagliato una manovra, una decisione che si è rivelata fatale. I detriti improvvisi gli avrebbero ostacolato la via d’uscita. Le ricerche sono andate avanti ininterrottamente per ore. Alle 3.30 di domenica mattina, con il ritrovamento del corpo, si è spenta la speranza. A lanciare l’allarme, nel tardo pomeriggio di sabato, è stata una persona rimasta all’esterno della grotta. Preoccupata per i propri compagni, con i quali non riusciva a mettersi in contatto, ha chiesto aiuto.

Intanto è   stato aperto un fascicolo dalla Procura di Pescara sulla tragedia. Sono gia’ state acquisite dagli inquirenti le prime testimonianze. Il pm titolare del fascicolo nei prossimi giorni potrebbe effettuare un sopralluogo sul posto. La vittima, che si chiamava Alessio Carulli, era rimasto bloccato da una piena all’interno della cavita’ naturale insieme ad altre due persone che sono state recuperate ieri sera e trasportati dal 118 all’ospedale di Pescara. I due erano estremamente provati, ma in buone condizioni di salute.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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