Ombrina mare, a luglio la decisione sull’arbitrato internazionale

E’ prevista per luglio 2021 la decisione sull’arbitrato internazionale contro l’Italia, relativo allo stop alle trivellazioni sull’Adriatico di Ombrina Mare, la piattaforma petrolifera di proprietà della società Rockhopper, smantellata nel 2017. Ad annunciarlo è stato Sam Moody, Ceo (Chief executive officer) di Rockhopper. Il tribunale ha però aggiunto che avrebbe informato la società inglese verso la fine di giugno per confermare questa scadenza.Il Ceo di Rockhopper ha anche anticipato, agli azionisti della società, le cifre che lo Stato italiano potrebbe essere costretto a pagare: 40-50 milioni di dollari, per i costi sostenuti, e in altri 200-300 milioni di dollari per i mancati profitti che sarebbero derivati dall’estrazione e dalla vendita di petrolio dal giacimento della costa abruzzese, scoperto 25 anni fa, sfruttato con la piattaforma Ombrina, costruita a 6 miglia dalla riva. A pagare tutto dovrebbe essere il governo italiano per la multinazionale che già nel 2017 sostenne che solo le attività di ricerca, sviluppo e de-commisioning per il progetto erano costate oltre 12 milioni di dollari.

Il blocco della piattaforma Ombrina mare, sulla costa dei Trabocchi, risale al 2016 quando, a pochi mesi dal referendum del 17 aprile sulle trivelle, con emendamenti alla Legge di stabilità 2016, il governo Renzi svuotò di contenuti alcuni quesiti referendari, nati nel mondo ambientalista, prevedendo il divieto di trivellazioni in mare, per la ricerca di idrocarburi, entro le 12 miglia dalla costa. Divieto in vigore dal primo gennaio 2016. La sospensione dei permessi di ricerca in mare era stata annunciata, appena un giorno prima, con la pubblicazione del Bollettino idrocarburi 2015 sul sito del ministero dello sviluppo Economico. Niente ricerche, restò però la possibilità di ottenere un permesso di coltivazione, concessione che per la Rockhopper Italia è stata negata a febbraio 2016.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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