Cronaca

Pescara. Torna il Velo di Iside: abiti da sposa e dibattiti per dire no alla violenza

Allegrino: “Due giornate per riflettere e sensibilizzare la cittadinanza ”

Due giornate per lanciare un messaggio contro ogni forma di violenza. A promuoverle, in collaborazione con l’assessorato alle Pari opportunità, è “Iside (Insieme alle donne nell’essere), l’associazione che ha organizzato, nel fine settimana, una serie di eventi e dibattiti  al fine di attuare un’opera di sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza su varie tematiche riguardanti, in particolar modo, la violenza sulle donne e sui minori.

“Saranno due giornate dedicate alla riflessione su varie forme di violenza - ha affermato l’assessore alle Pari opportunità, Antonella Allegrino - I temi sono di estrema rilevanza e rappresentano tanti tasselli, tutti fondamentali per produrre un cambiamento culturale che contrasti questi fenomeni preoccupanti. E’ veramente apprezzabile, inoltre, il gesto di solidarietà e generosità delle donne che hanno deciso di donare un ricordo importante come l’abito da sposa a chi è in difficoltà e non può affrontare, nel modo che desidera, il giorno delle nozze”. Il programma dell’iniziativa, intitolata “Il velo di Iside si tinge di nero” in segno di lutto a causa dell’alto numero di femminicidi commessi in Italia, prenderà il via venerdì 23 giugno con una sfilata di abiti da sposa usati, che saranno donati a giovani donne che non hanno le possibilità economiche di acquistarli. Le modelle, a bordo di sei macchine d’epoca, partiranno alle 19 da corso Vittorio Emanuele, faranno una breve tappa in piazza Salotto, proseguiranno fino alla Madonnina, sulla riviera, dove sosteranno per le foto. Percorreranno il Ponte del Mare per giungere all’Aurum, dove alle 21, sfileranno insieme a delle baby-damigelle. Ci sarà poi momento di riflessione sulla condizione femminile e di spettacolo. Il giorno successivo, sempre alle 21, all’Aurum, si terrà un dibattito, alla presenza di esperti, psicologi e legali, in cui saranno affrontate varie tematiche: violenza sulle donne e sui minori, bullismo, cyberbullismo e Blue Whale come forma di violenza sui giovani, con approfondimenti anche sul fenomeno dell’usura, che ha portato al fallimento di molti imprenditori, e sulla terribile crisi economica del Venezuela.

“E’ il terzo anno che organizziamo l’iniziativa e ci auguriamo che anche questa volta, come è avvenuto in passato, ci siano altre donazione di abiti nuziali in occasione della sfilata di venerdì - hanno aggiunto Annarita D’Urbano e Monica Frisaldi, rispettivamente presidente e vice-presidente di Iside - E’ il nostro modo silenzioso per dire basta alla violenza. Doniamo un sorriso che fa rumore e noi vogliamo farne tanto ”.

Alla manifestazione contribuiranno anche altre associazioni. La K9 onlus, rappresentata da Francesco Sacco, porterà all’Aurum due cani addestrati a ritrovare persone disperse. L’attività Ricci e Capricci, di Lusiana D’Amico e Massimo Sabatini,  pettinerà gratuitamente le spose. Maddalena Forcione, della cooperativa Eta Beta che ha preso in concessione da quest’anno lo spazio dell’Arena del mare e il chioschetto davanti alla Madonnina, ha preannunciato una serie di iniziative che prenderanno il via con la partecipazione all’evento di Iside. “Accoglieremo le spose in questo spazio che abbiamo ribattezzato Playa Paloma - ha spiegato - Vogliamo farlo diventare un luogo sociale in cui vivere il mare, lo sport, il teatro e la musica”. Ci sarà, infine, anche l’ALI, l’Associazione Latinoamericana italiana, rappresentata da Simonetta Di Genova e Maria Melchionna: “La situazione della donne in Venezuela è drammatica - hanno concluso - Non ci sono farmaci, le mamme cercano il cibo nella spazzatura per sfamare i figli, il tasso di mortalità neonatale è del 70%”.

L'associazione “Iside” è stata fondata da un gruppo di donne in difesa dei diritti umani e per contrastare la violenza sulle donne e i minori e le discriminazioni sociali, religiose, economiche e razziali.

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Servizi mensa e pulizia ospedale, protestano i dipendenti

Sit-in di protesta questa mattina davanti al Cup dell'ospedale di Pescara dei lavoratori delle cooperative che forniscono servizi mensa e pulizia negli ospedali, case circondariali, scuole e uffici pubblici. "Parliamo di lavoratori che attendono il rinnovo dei contratti da 49 mesi - ha detto Leonardo Piccinno della Fisascat Cisl Abruzzo-Molise - ma il problema non e' tanto il rinnovo con un aumento salariale, quanto la riconferma dei diritti dei lavoratori e la loro tutela perche' le aziende che hanno gli appalti, con la scusa di dover risparmiare cercano di abbassare le tutele. Per esempio c'e' l'obbligo per quanto riguarda il sistema degli appalti di riassumere il personale che lavora nell'ambito dell'appalto, e le aziende non vogliono piu' questo, ma precarizzare i lavoratori perche' e' poi piu' facile avere un lavoratore precario che non uno garantito. La verita' e' che il servizio pubblico paga contratti salati alle imprese e le imprese risparmiano sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini". La segretaria della Filcams Cgil di Pescara Alessandra Di Simone ha spiegato che "i lavoratori sono stressati perche' sottoposti a cambi di appalto, frequenti e non: solo per questo della ASL di escara, che ha comunque una scadenza triennale e valuta cosi' che ogni due tre anni il lavoratore e' costretto a rivedere la propria condizione lavorativa. Al di la' della clausola di salvaguardia rende l'occupazione garantita, noi chiediamo un aumento salariale, ma anche una considerazione per lavoratori che svolgono lavori importanti negli ospedali, nelle scuole, nelle caserme e negli uffici pubblici, garantendo servizi importanti e che in Italia sono un milione e mezzo e che attendono un rinnovo contrattuale necessario con il mantenimento degli standard". 

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Prostituta minaccia cliente con la siringa per rapinarlo, arrestata

Sale sull'auto di un cliente 73enne, con cui aveva contrattato una prestazione sessuale, ma poco dopo intima all'uomo di fermarsi, e sotto la minaccia di una siringa si fa consegnare il portafogli con 180 euro. Protagonista una 19enne pescarese, M.S., sottoposta agli arresti domiciliari per il reato di rapina aggravata. La misura cautelare, eseguita dal personale della Sezione Antirapina della Squadra Mobile della Questura di Pescara, e' stata emessa dal Gip Gianluca Sarandrea, su richiesta del Pm Barbara Del Bono. La giovane e' stata identificata, come responsabile della rapina compiuta in viale Tiburtina lo scorso 29 maggio, grazie all'esame delle immagini di alcune telecamere di videosorveglianza presenti nella zona e grazie anche alle accurate descrizioni fornite dalla vittima.

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Ricorsi al Tar dei finanzieri per il pagamento delle indennita’ di servizi esterni

Sono 1.267 i finanzieri, appartenenti a 46 sezioni aeronavali di 15 regioni, a ricorrere al Tar contro il Comando Generale per l'indennita' per servizi esterni (che ammonta a circa 150 euro mensili): nove ricorsi sono stati gia' depositati, mentre altri 15 stanno per essere depositati in due successive tranche in questi giorni. Il trattamento economico era stato riformato nel maggio 2016 dal generale Saverio Capolupo a pochi giorni dal passaggio di consegne del comando della Guardia di Finanza al generale Giorgio Toschi e dalla sua nomina nel Consiglio di Stato. Nello scorso ottobre in risposta alla diffida a pagare l'indennita' - presentata da oltre mille finanzieri - il Comando Generale della Guardia di Finanza aveva fatto sapere che avrebbe emanato "a breve una apposita circolare" che doveva disciplinare nuovamente la materia "anche in considerazione delle aspirazioni degli interessati". Le regioni dei ricorrenti sono Abruzzo, Molise, Lazio, Puglia, Marche, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Calabria, Sardegna, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Liguria. Tra le disposizioni applicative introdotte dal nuovo Compendio del trattamento economico accessorio che hanno scatenato le rimostranze dei finanzieri c'e' quella di "non considerare esterne le attivita' di servizio eseguite in luoghi di lavoro che pur non facendo parte dell'immobile sede del reparto ne costituiscano pertinenza (ormeggi, garitte e hangar)", pur essendo spesso distanti chilometri dagli uffici di reparto; nel caso specifico risulta contestabile, secondo i militari, in base all'articolo 817 del codice civile, qualificare come pertinenza un'opera autonoma dall'immobile principale e, spesso, di proprieta' di altri soggetti. I finanzieri contestano, tra gli altri requisiti richiesti dal nuovo Compendio, l'esclusione dell'indennita' per l'esecuzione di servizi "aventi natura sporadica o occasionale" come ad esempio la manutenzione periodica dei mezzi (riparazione, carenaggio presso cantieri navali), eseguiti tutti 'a cielo aperto' con qualsiasi condizione meteo giornaliera; il fatto di considerare "il naviglio o i velivoli ricompresi tra le 'sedi esterne' solo durante i periodi di navigazione', escludendo quindi tutta una serie di servizi a bordo (Comandata, Pronti a muovere, approntamento e riassetto dell'unita') necessaria a preparare il mezzo per essere operativo; quest'ultima circostanza puo' incidere anche sul mancato riconoscimento dell'indennita', considerando la necessita' di un servizio della durata minima non inferiore a tre ore continuative. 

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Crollo hotel Rigopiano, la difesa del sindaco fa ricorso per avere lo spostamento a L’Aquila

I legali del sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e del tecnico comunale Enrico Colangeli, indagati insieme ad altre quattro persone, per disastro colposo plurimo, lesioni plurime e omissione dolose di cautele contro infortuni sul lavoro, nell'ambito dell'inchiesta sul disastro dell'Hotel Rigopiano, hanno presentato ricorso alla Procura generale contro la decisione del procuratore di Pescara Gennaro Varone e del pm Andrea Papalia, che hanno respinto la loro istanza di trasferire l'inchiesta da Pescara a L'Aquila. Gli avvocati Cristiana Valentini, Goffredo Tatozzi e Massimo Manieri, che assistono Lacchetta, Colangeli e il Comune di Farindola, contestano il perno delle motivazioni della Procura pescarese, secondo la quale "non essendo mai stati ipotizzati e non apparendo in alcun modo ipotizzabili i delitti di disastro valanghivo o di crollo di edificio nella forma dolosa, il delitto piu' grave va individuato in quello, posto in essere nel circondario pescarese, di rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro". I tre legali elencano una serie di motivazioni strettamente tecniche, sulla base delle quali "deve ritenersi che non risulti sostenibile, in diritto, l'ipotesi di omissione dolosa di cautele antinfortunistiche ventilata dalla Procura di Pescara" e affermano che "risulta in realta' impensabile non sottoporre ad apposita indagine l'ipotesi di disastro doloso, a carico di organi regionali, e cio' tanto piu' alla luce delle acquisizioni investigative maturate in epoca successiva al deposito della denuncia". A giudizio degli avvocati di Lacchetta e Colangeli, infatti, sussiste una responsabilita' dolosa da parte di chi, negli uffici aquilani della Regione, non ha redatto, nonostante una legge e una delibera di giunta lo imponessero, la Carta di localizzazione dei pericoli valanghivi. "L'ipotesi delittuosa del disastro nasce da una constatazione assolutamente piana, fattibile da qualsivoglia esperto si voglia consultare in materia - rimarcano Valentini, Tatozzi e Manieri -. Non e' pensabile prevenzione, cautela o vincolo urbanistico in area montuosa, in assenza della Carta di Localizzazione di Pericoli da Valanga, obbligatoria ex lege regionale 47/92, in Abruzzo come nelle altre sette regioni valanghive italiane"

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Crollo hotel Rigopiano, ascoltato in Procura il dirigente della Regione Abruzzo

E' stato ascoltato questa mattina, in Procura a Pescara, il funzionario della Regione Abruzzo Antonio Iovino, nell'ambito dell'indagine sul disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola. Dirigente del servizio di programmazione attivita' della Protezione Civile, Iovino e' stato ascoltato per circa un'ora dal pm Andrea Papalia, alla presenza dei legali Cristiana Valentini, Goffredo Tatozzi e Massimo Manieri, che assistono il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e il tecnico comunale Enrico Colangeli, due dei sei indagati. Sono stati i tre avvocati a chiedere l'audizione di Iovino, che all'epoca dei fatti era il superiore di Sabatino Belmaggio, a quel tempo responsabile dell'Ufficio Rischio Neve e Valanghe, interrogato nel maggio scorso. Questa mattina si e' parlato della mancata realizzazione, da parte della Protezione Civile, della Carta di Localizzazione dei Pericoli da Valanga, resa obbligatoria da una legge regionale. Iovino ha spiegato di non ricordare nulla in proposito, mentre Belmaggio nel corso della sua audizione aveva sostanzialmente spiegato che non c'erano risorse per la realizzazione della carta. Gli avvocati Valentini, Tatozzi e Manieri, nell'istanza presentata alla Procura Generale contro il rigetto della richiesta di trasferimento dell'inchiesta da Pescara a L'Aquila, hanno messo in luce quelle che considerano alcune contraddizioni nelle parole di Belmaggio, il quale davanti al pm aveva parlato della necessita' di una cifra tra i 10 e i 70 milioni di euro per realizzare la Clpv, "quando lui stesso ha individuato in complessivi 1.300.000 euro, nella determina poi sottoposta alla Giunta a febbraio, il costo per la realizzazione della carta". A giudizio dei tre legali, "la verita' sta nel fatto che la Regione ha voluto risparmiare sulla prevenzione".

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Inchiesta concorsi Arta, Pagnanelli: ‘incongruenze nel bando’

 Il presidente del Consiglio comunale di Pescara Franceso Pagnanelli e' stato ascoltato oggi, in qualita' di testimone, dal Tribunale collegiale di Pescara presieduto dal giudice Carmine Di Fulvio, nell'ambito del processo su un concorso da perito elettronico all'Arta (Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente) e sulla gara di affidamento del servizio di patrocinio legale dell'Ente. La vicenda e' frutto di un'inchiesta del 2012, venuta alla luce grazie alle rivelazioni della funzionaria dell'Arta Monica Ruscitti. Pagnanelli, che e' anche avvocato, e' stato citato dalla difesa di uno degli imputati, avendo partecipato alla gara per l'affidamento del servizio di patrocinio legale dell'ente.

"Nel 2011 partecipai al bando in quanto ritenevo di essere in possesso dei requisiti richiesti, tra i quali figurava ad esempio quello di avere sostenuto un certo numero di procedimenti amministrativi - spiega il presidente del Consiglio comunale pescarese -. In seguito mi contatto' un collega che aveva partecipato all'apertura delle buste, grazie al quale scoprii di non essere in linea con i requisiti, a causa di una piccola incongruenza nel bando, in quanto da una parte si richiedeva di essere avvocati da almeno cinque anni e dall'altra si chiedeva di essere cassazionisti, un requisito per il quale occorrono 12 anni di esperienza. Subito dopo essermi reso conto della cosa - aggiunge Pagnanelli - ritirai la mia candidatura".

Nel procedimento sono imputati Antonio Fernandez, ex direttore dell'Arta; Pierluigi Tenaglia, presidente uscente dell'ordine degli avvocati di Chieti; Angela Del Vecchio, ex direttore del distretto provinciale Arta di Pescara; Nicola Colonna, membro della commissione di concorso; Pietro Domenico Pellegrini, candidato precario, che secondo l'accusa sarebbe stato il "beneficiario consapevole del concorso truccato" da perito elettronico; Ernesto D' Onofrio, ex dipendente dell'Arta. In mattinata sono stati ascoltati altri testimoni delle difese, tra i quali la persona che ha partecipato alla verbalizzazione della gara per il patrocinio legale dell'Arta, che ha confermato l'incongruenza rilevata da Pagnanelli. Inoltre sono stati ascoltati diversi esperti di enti pubblici di altre regioni, che hanno parlato di Colonna come di "uno dei massimi esperti di campi elettro-magnetici su elettrodotti". Infine sono stati ascoltati alcuni dipendenti ed ex dipendenti dell'Arta, che avevano collaborato con Pellegrini quando questi lavorava da precario all'interno dell'ente. Il giudice infine ha fissato all'11 dicembre l'esame degli ultimi testimoni e degli imputati e al 16 gennaio la discussione finale. 

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Scontro auto-moto a Chieti, grave 39enne

Un 39enne di Rosciano e' ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Pescara per le lesioni riportate in seguito a un incidente stradale avvenuto nella notte a Chieti Scalo. L'uomo era alla guida di una moto che, per cause in corso di accertamento, si e' scontrata con un'automobile guidata da un giovane su viale Benedetto Croce. Subito soccorso dal 118, il 39enne e' stato trasportato a Pescara. E' ricoverato nel reparto di Rianimazione; la prognosi e' riservata. Ha riportato, tra l'altro, un trauma cranico. Dei rilievi si sono occupati i Carabinieri.

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Appalti Arpa e Atac a Gommeur, chiesto processo per cinque

A quattro mesi dall'avviso di conclusione dell'inchiesta stralcio sui contratti full service dell'azienda teramana Gommeur con Arpa e Atac, la Procura di Teramo ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio per i vertici del gruppo Massi-Ettore, per l'allora direttore generale dell'Arpa spa e per l'allora responsabile della direzione superficie dell'Atac di Roma, che a vario titolo devono rispondere di reati che vanno dalla corruzione all'abuso d'ufficio. Per quanto riguarda il contratto full service con l'Arpa, infatti, il pm Stefano Giovagnoni, titolare del fascicolo, contesta all'allora direttore generale e a tre dei vertici del gruppo Massi-Ettore il reato di corruzione, accusando l'allora direttore generale della societa' di trasporti abruzzese di aver preso, nel 2014, 50mila euro per velocizzare il pagamento al gruppo di fatture inevase emesse dalla Gommeur per 1.700.000 euro. Per quanto riguarda invece il contratto con l'Atac la Procura contesta a due dei vertici del gruppo Ettore e al responsabile Atac il reato di abuso d'ufficio in concorso. L'inchiesta e' uno stralcio di quella per evasione fiscale e truffa ai danni dell'Atac di Roma e dell'Arpa abruzzese, che ad aprile avevano portato a processo i vertici del gruppo Massi-Ettore. Processo, quest'ultimo, che si aprira' domani al Tribunale di Teramo.

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Intesa per collaborare nella tutela dell’Orso bruno marsicano

Accordo Parco Nazionale D'Abruzzo, Lazio e Molise e Associazione "Salviamo l'Orso" per collaborare nella tutela dell'Orso bruno marsicano. Con l'intesa, valida un anno e prorogabile, l'Associazione Salviamo l'orso si e' resa disponibile a collaborare nel monitoraggio, nel contrasto al randagismo canino, nella messa in opera e manutenzione delle recinzioni elettrificate ed anche nella raccolta della frutta presente nei centri abitati nonche' nell'informazione e sensibilizzazione di residenti e turisti sulla gestione degli orsi confidenti. Attivita' prevalente nei territori di Scanno e Villalago dove, da anni, e' presente l'orsa Gemma; tra gli obiettivi, migliorare la prevenzione dei danni. La partnership con l'Associazione punta a sperimentare la collaborazione con una onlus che della conservazione dell'orso bruno marsicano ha fatto la sua ragione di esistere, con l'obiettivo di un maggior coinvolgimento di soggetti non istituzionali.

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