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Sono 506 i titolari di pensione erogata da soggetti esteri che tra il 2019 e il 2021 hanno deciso di trasferire la propria residenza fiscale in un Comune del Mezzogiorno incassando così il beneficio della tassazione forfettaria del 7 per cento. Lo ha riferito il sottosegretario dell’Economia, Lucia Albano, rispondendo nella commissione Finanze della Camera a un’interrogazione della Lega con la quale si chiedeva “quanti siano stati i soggetti beneficiari dell’opzione di vantaggio, con particolare riferimento allo Stato estero di residenza, nonché il Comune italiano nel quale si sono trasferiti”.
La misura introdotta nel 2019 (e subito in 61 risposero al richiamo dell’aliquota ‘leggera’), concede il trattamento agevolato per i cinque anni d’imposta successivi a quello in cui si esercita l’opzione. La popolazione del paese prescelto non deve superare i 20mila abitanti, mentre dallo scorso anno possono aderire anche i pensionati che scelgono le località coinvolte dal terremoto dell’Aquila del 2009. Il gradimento sembra attirare, nel tempo, un numero crescente di ritirati dal lavoro: nel 2020 si sono trasferiti al Sud in 159, seguiti nel 2021 da altri 286 percettori di assegno di origine estera.
Quanto agli Stati esteri di provenienza si impongono, nell’ordine, Regno Unito, Germania e Stati Uniti, seguiti da Belgio, Svizzera e Francia. Abruzzo, Puglia e Sicilia sono, invece, le Regioni che contano il maggior numero di trasferimenti di residenza fiscale. “Quanto ai comuni italiani in cui risultano i maggiori trasferimenti – si legge ancora nella risposta all’interrogazione – si evidenzia che hanno registrato il maggior utilizzo della misura Ceglie Messapica e Penne, in ciascuno dei quali risultano sette beneficiari nell’anno d’imposta 2021”.
