Protesi difettose per l’anca, chiesta l’archiviazione a Teramo

A tre anni dall’apertura, da parte della Procura di Teramo, di un fascicolo per lesioni colpose in merito alla vicenda delle protesi difettose all’anca della Depuy, il pm Stefano Giovagnoni ha chiesto l’archiviazione del fascicolo. Nel corso delle indagini, infatti, non sarebbero emerse responsabilita’ perseguibili ne’ in merito alla catena di sorveglianza, ne’ in merito all’iter autorizzativo della messa in commercio del prodotto.

La DePuy, dopo aver rilevato il difetto, era immediatamente intervenuta ritirando il prodotto dal mercato e avvisando gli enti competenti a partire dal Ministero. E lo stesso Ministero e le Asl, nello specifico quella teramana, si erano attivate richiamando i pazienti per i controlli del caso. Le indagini si erano concentrate anche sull’iter dell’autorizzazione in commercio delle protesi incriminate, con la consulenza affidata al professor Roberto Lombardi che aveva fatto emergere l’assenza di studi ed accertamenti, come disposti dalla normativa in vigore, sull’eventuale rilascio di materiali pesanti da parte delle protesi e quindi la loro tossicita’. Un aspetto che avrebbe potuto configurare delle eventuali responsabilita’ a carico dell’azienda e del Ministero, ma solo se all’epoca fosse stato prevedibile, attraverso le conoscenze mediche e tecniche dell’epoca e quindi i relativi studi, che quelle protesi avrebbero potuto causare danni ai pazienti. Aspetto, quest’ultimo, mai emerso nel corso delle indagini. 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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