Qualità della vita, la classifica di Italia Oggi

Bolzano e Bologna sono in testa alla classifica nella dimensione affari e lavoro, mantenendo le posizioni di vertice già ottenute nelle passate edizioni. E’ quanto emerge dalle anticipazioni sulla classifica 2020 sulla qualità della vita, realizzata da ItaliaOggi in collaborazione con l’Università La Sapienza e Cattolica Assicurazioni e giunta alla 22ma edizione che sarà pubblicata domani, 30 novembre. Al terzo posto si piazza, come negli ultimi anni, Trento. A seguire Cuneo, Fermo e Rimini. In fondo troviamo Crotone (stabile al 107), poco sopra Agrigento (stabile al 106), Caserta (al 105 era al 103) e Napoli (stabile al 104). Tra le grandi città se Milano si piazza al 24mo posto (era al 6) ma nel gruppo di testa dove la dimensione è ‘buona’, Roma è stabile al 72mo nel gruppo dove la dimensione è ‘scarsa’. Sono 32 le province che appartengono al gruppo di testa, quello in cui la dimensione affari e lavoro è considerata ‘buona’: 6 nel Nord ovest, 19 nel Nord est, 7 nel Centro e nessuna nel Mezzogiorno e nelle isole. Nella classificazione ‘2’ cioè ‘accettabile’ troviamo 18 province del Nord ovest, 3 nel Nord est (Rovigo-Gorizia e Ferrara), 10 nel centro e 3 (Teramo, Campobasso, Nuoro) nel Mezzogiorno e nelle isole. Con classificazione ‘scarsa’ troviamo 1 nel Nord ovest (Lodi), nessuna nel Nord est, 4 nel Centro e 15 nel Mezzogiorno e nelle isole. Con classificazione ‘insufficiente’ nessuna provincia nel Nord ovest, nessuna nel Nord est, 1 nel centro (Frosinone) e 20 nel Mezzogiorno e nelle isole.

Nel gruppo di testa per il Nord ovest ne troviamo 3 in Piemonte (Cuneo, Asti e Biella); la provincia di Aosta in 22ma posizione; 2 delle 12 province lombarde (Milano e Brescia). Per il Nord est le due province del Trentino-Alto Adige, tutte le province venete a eccezione di Rovigo 3 delle 4 province del Friuli-Venezia Giulia, tranne Gorizia. Rilevante la presenza dell’Emilia Romagna, con 8 su 9 province censite nel gruppo di testa, a eccezione di Ferrara, classificata nel gruppo 2 quello in cui la dimensione affari e lavoro è ‘accettabile’. Anche la Toscana conferma la sua presenza nelle posizioni di testa, dove figura con 5 province, due in più rispetto allo scorso anno, nell’ordine Firenze, Grosseto, Pisa, Prato e Massa-Carrara. Sempre per il centro-Italia, si piazzano nel gruppo di testa le Marche con 2 province su 5, rispettivamente Fermo e Macerata. Nel gruppo di coda, composto da 21 province, due in meno rispetto alla passata edizione, vi figurano nella quasi totalità province appartenenti all’Italia meridionale e insulare. Per l’Italia centrale, è presente Frosinone nel Lazio. In fondo alla classifica Isernia in Molise; 3 delle 5 province campane (Salerno, Napoli e Caserta); 4 delle 6 province pugliesi, a eccezione di Bari e Brindisi; le 5 province calabresi; tutte le province siciliane a eccezione di Trapani e Ragusa.

Imperia è la provincia che apre la classifica sulla sicurezza sociale, con un balzo di 89 posizioni, seguita da Benevento, Ascoli Piceno e Fermo. Quinta posizione per Roma.  Quest’anno la dimensione della sicurezza sociale, solitamente articolata in 8 indicatori (tra cui morti sul lavoro, per incidenti, suicidi, tasso di disoccupazione giovanile) ricomprende 3 ulteriori indicatori, al fine di catturare l’effetto determinato dall’attuale crisi pandemica. Gli indicatori considerati a livello provinciale sono la variazione nella mortalità registrata nel periodo 1° gennaio-31 agosto 2020 fra gli individui di età inferiore a 65 anni rispetto alla media quinquennale registrata fra il 2015 e il 2019, sempre con riferimento ai primi otto mesi dell’anno; lo stesso indicatore calcolato con riferimento agli individui di età maggiore o uguale a 65 anni; l’incidenza dei casi registrati di Covid-19.

A essere ricomprese nelle posizioni di eccellenza sono 23 province, 10 in meno dello scorso anno, di cui 6 dislocate nel Mezzogiorno, a fronte dell’unica provincia censita lo scorso anno. Nel raggruppamento di testa, che comprende 23 province, figurano 4 province del Nordovest, 8 in meno rispetto allo scorso anno: Biella e Verbano-CusioOssola; Imperia e Savona, mentre non figurano più in posizioni di testa le province lombarde. Il Nordest è rappresentato da 5 province , 9 in meno rispetto allo scorso anno: Vicenza, Verona e Rovigo; Pordenone; Ferrara. Inoltre, figurano nel gruppo di testa 8 province dell’Italia centrale, tra cui Prato, Firenze e Livorno; Ascoli Piceno, Fermo e Macerata; Roma e Rieti. L’Italia meridionale e insulare è rappresentata da 6 province, 5 in più rispetto allo scorso anno, di cui L’Aquila; Benevento, Avellino e Salerno; Potenza; Reggio Calabria. Con riferimento alle 21 province classificate nel gruppo di coda si nota la presenza di 8 province dell’Italia settentrionale. Sono censite nel gruppo di coda Bergamo, Lodi, Sondrio e Cremona; La Spezia; Belluno; Reggio Emilia e Piacenza.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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