Rapporto Pa, 4,5 milioni di persone rinunciano alle cure

Nella sanità la spesa pubblica in Italia è al 75,6% “ancora tra le più basse d’Europa” mentre la spesa privata dei cittadini continua a crescere per toccare nel 2022 i 40,2 miliardi (+5%). Lo rileva il Cnel nella Relazione sui servizi pubblici dalla quale emerge che cresce il fenomeno della rinuncia alla cure a fronte di problemi economici o organizzativi e di liste di attesa per l’accesso ai servizi spesso insostenibili. Nel 2023 4,5 milioni di persone, pari al 7,6% della popolazione, hanno rinunciato a visite mediche e accertamenti sanitari (escluse le visite odontoiatriche). Nel 2022 la percentuale era al 7% e nel 2019 al 6,3%.

“L’indicatore di rinuncia a prestazioni sanitarie per problemi economici, problemi di offerta (lunghe liste di attesa) o difficoltà a raggiungere i luoghi di erogazione del servizio, si legge, è stato incluso come indicatore di equità nel nuovo Sistema di Garanzia dei Lea”. In Italia “l’indicatore mostra una tendenza al peggioramento, escludendo l’eccezionalità delle conseguenze legate al Covid-19 che avevano fatto incrementare il valore all’11,0% nel 2021”. Il Cnel sottolinea che il livello del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato è passato nel periodo pandemico da 114,5 miliardi di euro a 122,1 miliardi. Facendo riferimento all’ultimo quinquennio (2018- 2023), il fabbisogno standard nominale è aumentato di 15,5 miliardi mentre in termini reali, depurato quindi dall’inflazione, si è verificata una flessione di circa 3,0 miliardi. Nella Relazione si segnala anche come si ridotto il personale della sanità e come stia aumentando l’età media. “Il personale del Servizio Sanitario Nazionale – si legge – è stato oggetto, fino al periodo pre-pandemia da Covid, di pesanti politiche di contenimento della spesa sanitaria pubblica, protratte per molti anni e basate principalmente su interventi di blocco del turn over. Da cui l’anzianità del personale sanitario. Nel 2021 il 55% circa dei medici aveva più di 55 anni, a fronte del 44% in Francia e Germania e del 33% in Spagna. Sale al 77% la stima per i medici di medicina generale (Mmg) over 54 enni. Anche la presenza di infermieri è, da molti anni, particolarmente bassa rispetto al contesto europeo: si tratta di 621,3 infermieri ogni 100.000 abitanti nel 2021, a fronte di 1.203,2 in Germania, 858,1 in Francia e 633,9 in Spagna.

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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