Tre anni di reclusione per un 55 enne e due anni per un 46enne, entrambi residenti a Napoli, oltre a un risarcimento da liquidare in sede civile e il pagamento delle spese processuali. E’ questa la pena inflitta dalla Corte d’Appello dell’Aquila ai due imputati nel processo sui tassi usurai, accusati di averne praticati fino al 400 per cento. Il 46enne avrebbe applicato invece interessi pari al 465,41 per cento su un prestito di 20mila euro. Gli imputati erano stati assolti in primo grado. La Corte ha ribaltato la sentenza dopo il ricorso promosso dall’imprenditore, assistito in giudizio dall’avvocato Mariella Iommi.
La vicenda risale al 2015 quando la Guardia di Finanza di Sulmona, che si era occupata delle indagini, smascherò la rete dell’usura dopo la denuncia della vittima, un imprenditore di Roccaraso. Secondo l’accusa il 55enne avrebbe preteso interessi sul denaro prestato alla vittima del 21,7 per cento, sottraendo un appartamento intestato poi alla moglie.