“Una bolla speculativa sui prezzi delle materie prime rischia di provocare un effetto negativo sugli interventi per la riqualificazione del patrimonio immobiliare, generati dalle misure previste dal ‘Superbonus 110%'”. Lo segnala, in una nota, Cna Costruzioni Abruzzo, che auspica la proroga della misura fino a tutto il 2023. “Il 57% delle imprese assicura che l’introduzione delle agevolazioni sta avendo un impatto positivo sulla propria attivita’, con picchi del 65,9% nei serramenti, il 56,3% dell’installazione e il 55,4% dell’edilizia”, segnala il presidente regionale dell’organizzazione di categoria, Aurelio Malvone, citando i risultati di un’indagine condotta dal Centro studi nazionale della Cna su un campione significativo di imprese artigiane della filiera, che include anche i comparti della installazione di impianti, dell’edilizia, dei serramenti. “Il 33,7% ha ampliato il ventaglio dell’offerta di lavori e servizi, adeguandola agli interventi sostenuti; il 27,8% ha assunto nuovo personale; il 23,3% sta sperimentando nuovi fornitori”.
Intanto, pero’, galoppa il prezzo delle materie prime, segnala la Cna: in un anno gli aumenti piu’ importanti hanno riguardato i metalli (+20,8%), con punte che superano il +50%; i materiali termoisolanti (+16%), tra il +25% e il +50%; i materiali per gli impianti (+14,6%), fino al +25%; e il legno (+14,3%). Per altri materiali l’impennata e’ tra il +9,4% di malte e collanti e il +11,3% dei laterizi, mentre meno marcati (poco sotto il +10%) sono stati gli incrementi sofferti dall’impiantistica e dai serramenti, dove ha inciso di piu’ il rialzo dei prezzi di semilavorati in alluminio o altri metalli. “Siamo in presenza di una drastica riduzione dei margini di guadagno delle imprese”, spiega Malvone, “impotenti di fronte alla speculazione, ma pure messe nell’impossibilita’ di adeguare i contratti gia’ sottoscritti, visto l’obbligo di legge che impone di dover giustificare i costi attraverso prezzari ufficiali; prezzari che, pero’, ancora non sono aggiornati rispetto agli aumenti che le imprese stanno subendo”. Le imprese di minori dimensioni in molti casi – paventa la Cna Costruzioni Abruzzo – potrebbero rinunciare agli interventi a causa della caduta dei profitti, con “ripercussioni sull’intero sistema Italia, in termini di mancata crescita dell’occupazione, dei consumi, del prodotto interno lordo e delle entrate fiscali”.