Confesercenti: estetica e wellness tornano a livelli pre-Covid ma mancano lavoratori

Un comparto da 8,5 miliardi di fatturato l’anno, che dà lavoro a 158mila imprese e 545mila occupati. L’estetica e il benessere ripartono. Dopo la crisi innescata dal Covid – che ha ridotto del 50% il fatturato nel 2020 – hairstylist, barberie, nailist, make-up artist e i centri estetica e benessere hanno recuperato il terreno perduto, chiudendo il 2022 con un sostanziale ritorno ai livelli del 2019. Ma la ripresa non cancella i problemi storici, dall’abusivismo dilagante alle difficoltà della formazione, fino alla carenza di lavoratori. È quanto emerge dal convegno “Antiche professioni e nuove opportunità”, organizzato da Confesercenti Immagine e Benessere, il sindacato italiano delle professioni dell’estetica e del wellness. I servizi degli acconciatori, manicure e pedicure sono svolti per l’83% da imprenditori individuali e liberi professionisti, percentuale pari al 68% per i Centri di bellezza dove tra le forme giuridiche scelte risulta rilevante anche la società a responsabilità limitata.

Il comparto si compone per il 67% di parrucchieri e barbieri, per il 28% da istituti di bellezza, per il 3% da centri di benessere fisico e per l’2% da manicure e pedicure. Per il 2023 si stima una crescita dell’2,2% rispetto al 2021, circa 3.400 attività in più. Un incremento tutt’altro che omogeneo, trainato da pedicure +17% e istituti di bellezza +7%. Entrambe queste attività hanno registrato tassi di crescita contenuti ma positivi anche durante la pandemia del 2020, dove a soffrire di più sono stati i Centri di benessere fisico. Il maggior numero di attività per la cura della persona si trova nel Nord Ovest e nel Sud; mettendo il dato della numerosità in relazione alla popolazione residente: nel Centro e nel Nord Ovest si hanno 27 attività ogni 10 mila persone. Nel Nord Ovest il 61% delle attività si trova in Lombardia. Dati positivi, che dimostrano la dinamicità del comparto, purtroppo frenata dal fenomeno dell’abusivismo che, spesso, opera nella dimensione ‘domiciliare’, sfuggendo così quindi alla maggior parte dei controlli, e dall’ormai endemica carenza di addetti qualificati.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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