“I periodi di amministrazione straordinaria sono stati particolarmente lunghi. In tali periodi si è determinato, tra l’altro, un sostanziale black-out informativo, in quanto le banche, in questa specifica condizione, non erano tenute alla redazione di rendicontazioni finanziarie periodiche e (in relazione a Banca Etruria) la negoziazione delle azioni è stata sospesa”. Così Giuseppe D’Agostino, Vice Direttore Generale della Consob, durante la sua audizione in Commissione d’inchiesta sulle banche, in merito alle 4 banche finite in risoluzione, Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti. “Sempre in tali periodi di amministrazione straordinaria, non sono state effettuate offerte di azioni e obbligazioni di qualsiasi natura a valere su prospetti approvati dalla Consob – ha aggiunto – Soltanto Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio (Banca Etruria ) aveva azioni quotate sul Mercato Telematico Azionario dal 1998 – Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti S.p.A. non era emittente quotato, né diffuso (essendo partecipato all’80% dall’omonima fondazione e al 20% da Intesa Sanpaolo). In relazione a tale emittente, la Consob non aveva, quindi, i citati poteri in materia di informativa contabile e quelli di intervento sulla correttezza delle informazioni fornite al pubblico né alcun potere in materia corporate governance”.
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