Cresce il part-time, sempre piu’ spesso involontario, ossia non per scelta ma perche’ unica alternativa rispetto ad un orario di lavoro standard. E’ quanto sottolinea il rapporto annuale di ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal sul mercato del lavoro 2019, evidenziando le “forti differenze” che esistono tra Italia ed Ue nel suo utilizzo. In Italia tra il 2008 e il 2018 (quando gli occupati part-time erano 4,3 milioni) “la quota di occupati a tempo parziale che dichiara di non aver trovato un lavoro a tempo pieno e’ passata dal 40,2% al 64,1% mentre in Europa e’ scesa dal 24,5% al 23,4%”. Difatti, si legge nel rapporto, “in Italia il ricorso al part-time si lega piu’ a strategie delle imprese che a esigenze degli individui e ha rivestito un ruolo di sostegno all’occupazione nei periodi di forte calo del tempo pieno”
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