Secondo l’ultimo report sui manager privati elaborato da ‘Manageritalia’ la regione con la percentuale più elevata di donne in posizioni dirigenziali è il Lazio (28,2%), seguita nell’ordine da Molise (27,1%), Sicilia (26,9%), Puglia (24,8%) e Lombardia (24%). Agli ultimi tre posti Umbria e Marche (13,9%), Abruzzo (13,7%) e Trentino-Alto Adige (10,8%). La classifica provinciale per numero di donne dirigente (28,4%) vede Campobasso al 65 esimo posto, fanalino di coda Isernia (107) con il 17,6%. Fa peggio solo Nuoro (5,9%). Per quanto riguarda l’Abruzzo, a Chieti la percentuale è del 10,6%, a Pescara del 15,7%, a Teramo del 15,2% e all’Aquila del 16%. Dal report si apprende, però, che la crescita dei dirigenti nel 2022 ha coinvolto quasi tutte le regioni, con la sola eccezione di Umbria (-0,6%), Abruzzo (-3,1%), Molise (-4,3%), Sicilia (-7,1%), Basilicata (-11,7%) e Calabria (-15,8%).
L’incremento dei manager, e in particolar modo della componente femminile, è visibile in tutti gli ambiti economici italiani. Da notare che le donne sono percentualmente molto più presenti nel terziario (25,8%) rispetto all’industria (16,5%). A crescere di più nell’ultimo anno e in generale nel periodo considerato sono comparti quali Attività professionali (11,2%), Costruzioni (8,3%) e Attività di alloggio e ristorazione (5,3%) e Trasporto e magazzinaggio (4,5%). Il terziario privato è di gran lunga il settore più rosa, basti pensare che nella Sanità e assistenza sociale le donne dirigenti (52,3%) superano i colleghi e sono il 34,4% nell’Istruzione, il 28,4% nelle Altre attività di servizi.