Cala l’evasione fiscale in Italia, grazie soprattutto alle misure di controllo sull’iva e sulle locazioni. Evasione fiscale e contributiva sarebbero scese di 26mld in soli 4 anni, passando da un valore stimato di 108,4mld nel 2017 a 82,4mld nel 2021, ultimi dati disponibili. A farsi sentire l’effetto di fatturazione elettronica, split payment per la pubblica amministrazione e reverse charge tra imprese, con l’evasione sull’iva più che dimezzata, da 35,6mld stimati nel 2017 a 17,8mld del 2021. Una tendenza, in attesa di altri dati a inizio dicembre da Bruxelles, che sarebbe proseguita anche negli anni successivi. È quanto emerge dall’analisi dell’Osservatorio conti pubblici dell’Università Cattolica che ha esaminato le note tecniche della Commissione del Ministero dell’Economia e Finanze incaricata di aggiornare le stime.
“Anche se in diminuzione, l’evasione resta alta, in particolare quella relativa all’imposta sul reddito da lavoro autonomo e impresa, per la quale nel 2021 solo un terzo dell’Irpef dovuta sarebbe stata versata”, si legge nel report. L’imposta più evasa nel 2021 sarebbe stata proprio l’Irpef, seguita da imu-tasi, ires, irap e, scivolata in fondo alla classifica, l’iva. Ma dopo anni, almeno dal 2010, in cui l’evaso era rimasto sopra quota 100 miliardi, dal 2020 la soglia sembra abbassata in maniera stabile, sottolinea l’Osservatorio. Oltre all’iva, percentualmente la riduzione più forte si è avuta per la cedolare secca sui canoni di locazione, il cui evaso è diminuito del 79% nello stesso periodo. L’evaso cala anche in percentuale rispetto a quanto dovrebbe essere stato pagato, la cosiddetta “propensione all’evasione”: dopo una discesa a ritmo più lento tra il 2010 e il 2017, si passa dal 21% del 2017 al 15% del 2021.