Nel 2025 l’inflazione alimentare continua a incidere pesantemente sul bilancio delle famiglie italiane. Lo sottolinea in una nota Federconsumatori Abruzzo. “A Pescara, i dati sui prezzi al consumo restituiscono un quadro allarmante: dal 2022 a oggi, il costo della spesa alimentare è cresciuto in media del 18,3%, con rincari che in alcuni casi superano il 50%. Un trend che colpisce in modo particolare le fasce più fragili della popolazione: lavoratori a basso reddito, nuclei familiari e pensionati” si legge nel comunicato.
“Oggi un pasto completo costa €5,54 al giorno a persona, contro i €4,68 di tre anni fa. Per una famiglia di quattro persone significa una spesa mensile di circa €660 solo per l’alimentazione, con un incremento di €100, rispetto al 2022. A risentirne sono soprattutto le scelte alimentari: sempre più cittadini si vedono costretti a rinunciare a prodotti freschi e salutari, come pesce o frutta di stagione, per orientarsi su alimenti più economici ma meno nutrienti, come pasta, riso o cibi confezionati. Emblematico è il caso del caffè: il suo prezzo è salito del 56,7%, passando da €0,19 a €0,30 a tazzina. Chi ne consuma due al giorno, oggi spende €18 in più al mese solo per questa abitudine” si legge ancora.
A fronte di questo l’associazione dei consumatori rimarca che “l’aumento dei prezzi alimentari non è stato compensato da un adeguato aumento dei salari. Un lavoratore con uno stipendio netto medio di €1.500 ha visto il proprio potere d’acquisto ridursi di circa €100-150 al mese, considerando solo l’aumento della spesa per l’alimentazione. La situazione è ancora più difficile per i lavoratori precari o part-time, per i quali il costo del cibo può arrivare ad assorbire fino al 30-40% del reddito mensile, riducendo drasticamente la capacità di risparmio e di spesa in altri ambiti essenziali”.
“Alcuni prodotti di base hanno subito rincari significativi: il latte è aumentato del 15,2%, il pane del 15%, la pasta dell’1,4%. Di fronte a questi aumenti, molti anziani sono costretti a tagliare altre spese importanti, come quelle sanitarie o ricreative, con un impatto diretto sulla qualità della vita. Sempre più spesso, chi non può contare su aiuti familiari o integrazioni è costretto a rivolgersi a mense sociali o a richiedere bonus spesa” conclude la nota.
Secondo le elaborazioni di Federconsumatori Abruzzo “oltre il 55% dei contribuenti guadagna meno di 20.000€ l’anno, ovvero sotto i 1.340€ al mese (calcolato su 13 mensilità), quasi un abruzzese su quattro (22,6%) sopravvive con meno di 577€ mensili (reddito annuo sotto i 7.500€) e solo una minima parte (2%) supera i 75.000€ annui, mentre la classe media, quella più tartassata (29.000-50.000€) si sta assottigliando”.