La crisi legata all’emergenza covid19 si fa sentire anche nel settore agroalimentare, stando all’analisi condotta da Nomisma, sulla base di dati Istat ed Eurostat, illustrata nel Forum sulle Economie delle Filiere Agrifood, organizzato on line con Unicredit e Slow Food. Il fatturato del consumo del food&beverage fuori casa ha perso, nel confronto con l’anno precedente, il 23% nel primo trimestre 2020, il 64% da aprile a giugno. Negli ultimi cinque anni in Italia il valore di cibi e bevande consumati fuori casa era cresciuto del 14%, contro il +9% dei consumi in casa, arrivando a 85,3 miliardi di euro nel 2019. In generale, nel corso del 2020 il calo del fatturato delle aziende dell’agroalimentare “e’ stato rilevante – ha spiegato Pantini -, pur di fronte alla capacita’ di resilienza del settore: nel confronto con il 2019, dopo il segno positivo dei primi tre mesi 2020, si e’ passati al -9,5% di aprile, -5,8% a maggio, e si e’ rimasti in campo negativo anche nei tre mesi estivi”. Ha sofferto anche l’export: vanificata la crescita da gennaio a marzo (+11,3%, +11,9% e +13,5%), i primi 8 mesi 2020 si sono chiusi con un saldo positivo sceso al 3%, dopo la forte flessione, -11,9%, registrata ad aprile. Le performance peggiori sono state quelle dei dolci, -4,4% e del vino, -3,3%, mentre la pasta e’ andata benissimo, +23,4%. Destinato invece al consolidamento, secondo l’analisi di Nomisma, il settore dell’e-commerce dei prodotti agroalimentari, che con l’emergenza Covid ha accelerato la crescita: +187% durante il lockdown nazionale, +172% da maggio ad agosto.
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